Una realtà aumentata in cui immergersi per fuggire alla banalità delle realtà quotidiane.
Un modo sdegnoso di difendersi da chi ha gli occhi e li tiene chiusi, da chi ha le ali e le tiene ripiegate.
Un’esperienza fatta di punteggiature serrate, immagini improvvise (il merlo).
Sicura di sè (“alla mia persona”), senza ripensamenti, senza ponti, senza ritorno.
Audace ma ben fondata: “minuziosamente”.
Chissà chi è il saggio G. |