Questa poesia esplora, in modo potente ed evocativo, un'esperienza di disagio e smarrimento esistenziale. L'uso ripetuto della parola "Aria" crea una sensazione di vuoto, di spazio indefinito, come se la protagonista fosse intrappolata in una dimensione astratta, priva di certezze. La ripetizione inizia a costruire un ritmo quasi ossessivo che rispecchia lo stato d'animo di una persona sopraffatta da pensieri confusi e da una percezione distorta della realtà.
Il verso "Graffio il vuoto" suggerisce un tentativo di afferrare qualcosa di indefinito, ma con l'impressione che nulla possa essere realmente afferrato. Il "niente è nitido" richiama un senso di confusione, di opacità mentale, dove tutto risulta indistinto, sfocato. La sensazione di un “panico” che pervade il corpo e la mente è accentuata dalla citazione del "sangue pulsare", un richiamo alla vita che scorre, ma anche alla pressione interiore che sembra soffocare il protagonista.
Il dialogo con l'aria si fa sempre più intenso, come se essa fosse sia la causa della sofferenza (non si può respirare) che il simbolo di un desiderio di leggerezza e chiarezza che però sembra irraggiungibile. Il tema del "panico", insieme alla percezione di "niente fuori e niente dentro", dipinge un'angoscia esistenziale: la difficoltà di sentirsi presenti nel mondo, di avere un contatto tangibile con la realtà. La bolla che circonda la protagonista suggerisce l'idea di una separazione dal mondo, come se fosse imprigionato in una dimensione fatta di sensazioni, ma senza riuscire a percepire o relazionarsi con ciò che la circonda.
In questo senso, la poesia è un viaggio emotivo profondo e intimo, che racconta il conflitto interiore di chi è sopraffatto dalla propria mente, che cerca di trovare la via d’uscita ma si scontra con il nulla, con l’incapacità di vedere e sentire con chiarezza. Nonostante la sensazione di soffocamento e disorientamento, la poesia mi ha trasmesso un’intensa emozione, come desiderio di entrare in contatto con quella parte nascosta e spesso silenziosa di sé, che esplora il dolore e la vulnerabilità. La forza della poesia risiede proprio nella sua capacità di rendere tangibile e palpabile l'esperienza emotiva di chi si sente privo di direzione, ma non rinuncia mai a cercarla.
Quasi tutti noi siamo nati in una civiltà molto lontana dalla nostra vera natura: è proprio nella concretezza della natura che possiamo trovare il nostro posto, lasciando indietro tutti i legami inconsistenti, se ti va ti consiglio di leggere "La capanna sul mare", è un diario i cui racconto alcuni momenti vissuti che mi ha messo di fronte all'inconsistenza dello stile di vita occidentale e alla realtà concreta di ciò che siamo, sarebbe interessante sapere cosa ne pensi,
a rileggerci e buone feste |