Ciao, Gabriele.
Eccomi qui, di nuovo seduta accanto a te.
Siamo entrambi sull'orlo di questo baratro, che dici?
Certo, i tuoi versi raccontano che quel baratro è dentro di te.
"Una voragine incolmabile
Che ha preso parte dei giorni"
La voragine ce l'hai nell'animo.
Però, se ti sono accanto, io in quel dirupo mi posso affacciare.
È tremendo, fa paura.
Sotto c'è il vuoto.
Ed è freddo, molto freddo.
"E nemmeno negli inverni più gelidi
Il mio cuore si riscalda."
Ma sai che se stiamo vicini il freddo si sente di meno?
Quando si è accanto a un amico, ci si stringe l'uno con l'altro.
Il mio cappotto è bello grande, è sufficiente per proteggere anche te.
Ce lo possiamo mettere sulle spalle.
Come un mantello.
È un bel cappotto, tutto blu.
Morbido e caldo.
Anche la notte più fredda e buia non ci sorprenderebbe più impreparati
con un cappotto così.
Quando siamo l'uno accanto all'altra, sull'orlo di quel baratro,
coperti dal nostro cappotto,
Il vuoto fa meno paura.
La notte alla fine finisce.
E il giorno ci sorprende vicini,
al calduccio.
Col cuore più saldo.
Ti abbraccio, amico mio.
Poeta tanto caro ai miei giorni
A presto
Manuela
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