Recensioni per
Sic Stabat
di Gotick_92

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
16/01/10, ore 13:54
Cap. 1:

Uooo...è da troppo che non vengo qua ed è la prima storia che recensisco. Insomma, Gotick è sempre Gotick...ma qualcosa è cambiato. il modo di scrivere rispetto a Lui e la morte è più adulto...più cristallino in qualche senso astruso. Ma se c'è una cosa che non è cambiata è la sensazione che ogni volta mi lascia ciò che scrivi...quel vuoto allo stomaco, quel senso di inadeguatezza. In qualche modo in questo mondo è tutto al suo posto...ancora...

Recensore Master
15/10/09, ore 16:08
Cap. 1:

Io, dopo tutte quelle parole che ha scritto Frida, non so cosa dire.
E mi dispiace, perchè tu sei così soddisfatto e fiero di questa storia, perchè questa storia andrebbe commentata come si deve, perchè so che ci tieni. E mi dispiace, ma non so cosa dire. Ci penso da giorni ma non lo so.
Solo bravo Fede, sei andato oltre. Spero di vederti ancora e ancora e ancora uscire così dal grigio.

Recensore Master
10/10/09, ore 00:57
Cap. 1:

.........sono inopportuno, qui. La mia presenza lo è. Cosa posso dire, io? Cosa posso fare? Nulla. Assolutamente. Se non continuare a fissare il foglio disperandomi che siano già finite le parole. Perchè ne volevo ancora....ancora....ancora.

Recensore Veterano
08/10/09, ore 18:08
Cap. 1:

Questa storia è una sorpresa dall'inizio alla fine, coinvolgente (forse perché tocca tremendamente anche me nel personale, laddove le nostre mentalità si trovano sulla stessa lunghezza d'onda) e interessante. Hai fatto benissimo a scriverla, e fai bene ad esserne orgoglioso, questo è il mio parere; perché è completa, è ben curata, è piena. Mi è piaciuta tantissimo. Ci sono, secondo me, delle imperfezioni, che naturalmente ti elenco da brava prof, ma nel complesso mi piace moltissimo e trovo che segni un notevole stacco, un salto in avanti rispetto alla tua produzione precedente.
Cominciamo dall'idea, che trovo interessante e anche originale, anche se costruita su fondamenta e cliché letterali che no lo sono: le personificazioni di varie condizioni umane, tutte insieme su un treno diretto all'Inferno. Ecco, quello che trovo interessante è la selezione che hai fatto, il criterio con cui hai scelto le personificazioni: non sono i peccati capitali ad essere su questo treno (anche se ci sono Invidia e Superbia), ma le personificazioni – se interpreto correttamente – di quelle condizioni che tu giudichi maggiormente proprie dell'essere umano. Abbiamo Dolore, Invidia, Disprezzo (che mi sembra stonare un po' nel quadro delle condizioni umane, ma che ha una sua ragion d'essere nel fare coppia con Invidia), Superbia, Insicurezza (che naturalmente viene subito dopo Superbia), Fretta, Filosofia, Silenzio, Insoddisfazione. Tutti questi sono decisamente propri dell'uomo, mentre la Bellezza, che l'uomo esperisce ma non sa definire, è qualcosa che esiste soltanto negli occhi, o nell'animo, di chi la osserva, come dice il caro vecchio proverbio.
Mi colpisce notare come tu condanni queste condizioni umane mandandole all'Inferno, e collochi la Bellezza in Paradiso, dove l'uomo non avrà accesso; perché la Bellezza è la perfezione, e l'uomo è imperfetto: e come tale tu lo condanni. Interessante, appunto.
Ora veniamo alle personificazioni e alle loro descrizioni. Il fatto di rendere concetti astratti come figure antropomorfiche mi piace da matti, ma infatti lo faccio anche io, come forse sai... La loro interpretazione è talmente soggettiva che è difficile dire se sia "giusta" o "sbagliata", e come lettrice posso solamente trovarmi d'accordo o non d'accordo con te. Sempre per via dell'affinità tra le nostre due visioni del mondo, mi trovo a concordare con te su molte interpretazioni. Alcune, invece, mi giungono stonate, come quella – guarda un po' – sulla Filosofia, che contesterei dall'inizio alla fine. Di nuovo, in questo caso si tratta di interpretazioni personali, ma ti dirò il mio punto di vista, solo per curiosità.
Tu raffiguri la Filosofia come un vecchio sfatto? La Filosofia, l'immortale, l'eterna tendenza al frutto del peccato...! Io sono molto più d'accordo con la visione dantesca della Filosofia (per quanto quell'uomo mi sia enormemente antipatico). Inoltre, trovo (sempre soggettivamente) incoerente e erroneo dire che il filosofo sia innocente e ingenuo: è colui che osa, osa cercare, osa interrogarsi, osa sfidare i limiti umani... E' il contrario dell'innocenza, l'opposto dell'ingenuità! E si sa superiore a chi non è filosofo, lo sa perfettamente. Una cosa, invece, su cui concordo è il fatto che il filosofo viva molto più nella teoria che nell'esperienza diretta (anche se bisognerebbe distinguere da filosofo a filosofo), come trovo implicitamente scritto nella battuta finale della personificazione Filosofia.
Ma ora passo alle descrizioni delle personificazioni. Come ti ho già detto, quella di Filosofia mi stona. Quella di Bellezza mi piace invece, perché è brevissima ed essenziale, e anche poco originale se proprio devo dirlo, ma è giusto che sia così, perché la Bellezza è, appunto, qualcosa che non appartiene all'essere umano, e quindi il lettore (umano) deve raffigurarsela personalmente, basandosi sulla traccia che dai in poche righe. Oltretutto, soggettivamente la trovo adatta perché, come sai, per me la Bellezza è donna...
Disprezzo e Invidia non sono descritte, ma il fatto che vadano a braccetto è un po' un cliché detto e stradetto. Tuttavia mi è piaciuta la battuta antitetica di Invidia: "E'inutile desiderare ciò che non si può avere." La descrizione di Superbia mi sembra di nuovo cadere nel banale, quella di Insicurezza invece mi piace alla follia. L'avessi rappresentata io, l'avrei immaginata, se non identica, del tutto simile. Insoddisfazione è molto azzeccata. Per quanto riguarda Silenzio, non ho capito il suo ruolo nella vicenda e, ad essere sincera, non ho la minima idea di come interpretarlo.
...E adesso, il Dolore. Qui ce n'è da dire.
Mi è piaciuto constatare che tu ne faccia il protagonista della storia, e dunque il protagonista della vita umana: un modo originale di esprimere questo concetto. E parlando di lui hai steso alcune immagini molto belle, come la mia preferita in assoluto: giocherellando con i fili scuciti del suo lercio maglione d'ombra. Ma è il personaggio più decentrato e stravolto della storia: verso metà del pezzo ne hai perso totalmente il controllo e ti sei identificato del tutto in lui, spostandoti troppo dalla coerenza del concetto di dolore. In primis, secondo me non dovevi descriverlo così nel dettaglio: tutte le altre personificazioni non erano descritte fisicamente se non da qualche accenno, che puntava più sull'aspetto della figura intera che sui dettagli della fisionomia; perché altrimenti le avresti rese troppo umane. Hai reso Dolore una figura totalmente umana, e non un'umana qualsiasi, ma quello che chiunque abbia letto due righe di "Ombre" subito riconosce come Black. Hai descritto Black, punto e niente da fare... E anzi, verso la fine hai descritto te stesso. E' stata una sorpresa vedere che ti riconoscessi nel Dolore, anziché nella Filosofia, per esempio; per quanto sia propensa a pensare che tutti questi personaggi incarnino non soltanto le condizioni umane, ma le condizioni tue, le sfaccettature della tua persona. E guarda caso, non partecipi della Bellezza (ti prego, non intenderla in senso letterale, non ti sto attribuendo la bruttezza!!!), ma la contempli da esterno – perché sei un esteta.
Per questo motivo credo che il controllo del personaggio ti sia completamente sfuggito di mano, tanto che alla fine arrivi a definirlo con la perifrasi "il ragazzo": è un essere umano, ha perso il suo carattere di personificazione. E non un essere umano qualsiasi, ma proprio te, tant'è che la Filosofia si dispiace perché "il Dolore è filosofo", cosa secondo me del tutto falsa (interpretazione mia, di nuovo).
Due accenni alla forma: il primo paragrafo mi sembra decisamente di troppo, mentre il secondo, come incipit, è perfetto, completo, esauriente. E ha anche un che di favola moderna. Non mi è piaciuto per niente il doppio "Fine", che spezza l'atmosfera in un modo piuttosto sgradevole. E infine, che cosa mi è toccato notare...! La struttura sintattica della frase finale (cioè, prima della prima "Fine") Sic stabat, con solo [...] il Dolore.", con verbo, espansioni a non finire e infine soggetto... Dio, Fede, hai infilato Cicerone anche qui dentro!!!
Bravo, bravo, bravo. Un ottimo lavoro.

Nuovo recensore
06/10/09, ore 19:01
Cap. 1:

E' volontario il non inserire le battute di dialogo?
E' un peccato..
Mi piace molto come è scritta e sembra il mio genere. Ma io vado a braccetto con l'Insicurezza ed è raro che sia certa di qualcosa. Anche le mie ipotesi su cosa i vari personaggi possono aver detto sono poco credibili. Può essere chen tu preferisca lasciare un alone di mistero su quelle parole,ma io ti chiedo comunque..le hai? Se non scritte,almeno nella tua testa? Se è così,me le manderesti?
Questa nel frattempo vola fra i preferiti,senza dubbi! (scusa Insicurezza,amica mia)