beh, che dire: finalmente qualcosa che da l'impressione di essere più o meno una non sense. Però forse è solo la sua brevità a renderla tale, perché quest'insieme di parole un senso ce l'hanno, eccome. Si potrebbe instaurare un discorso infinito su questo argomento, sull'esistenza di se stessi. Ma i monologhi non sono soddisfacenti, e non recensirei, ma prenderei solo spunto per una riflessione mia. Invece in questa sede vorrei complimentarmi, perché le tre frasi che compongono questo tuo racconto esistenziale sono molto evocative, e anche il decidere di inserire un elemento reale (il gatto che fa le fusa) è una scelta azzeccata, che fa riflettere ancora di più, in quanto instaura ancora di più il dubbio. Devo però ammettere che questa storia mi è saltata immediatamente agli occhi, per un caso di omonimia con una delle mie storie, che non pensavo di avere lasciato nelle non sense...difatti avevo ragione! Complimenti. Leo