............io non credo di sapere cosa dire.
Anche le parole che ora sto scrivendo e che probabilmente continuerò a scrivere mi appaiono vuote e prive di peso; di fronte alla morte, alla malattia, al destino (ammesso che così si possa chiamare) siamo niente, le nostre parole sono niente, la nostra musica è niente, tutto ciò che l'uomo ha inventato per sentirsi meno inutile è niente.
Ho letto il dolore, ho letto la disperazione, ho letto la consapevolezza tipica di chi non parla per sentito dire, di chi quei graffi e quei lividi sulla pelle ce li ha davvero; ho letto, ho sentito, sentito, ho sentito capisci, il male vero, quello che non ha maschere imbellettate ma che si mostra brutto com'è.
Ciò che tu racconti, ciò che tu hai messo nero su bianco, ciò che tu hai trasmesso, è una fiondata all'ottimismo, una fiondata forte, indiscutibilmente forte, meravigliosamente forte.
Qui, in queste parole, in questo dolore magmatico, c'è una cosa nuova: Davide, contro Golia, non può vincere.
E' così.
E' così e basta.
Amen.
Punto.
Senza possibilità di rimedio alcuno.
.........parole inutili, le mie.
Non hanno senso.
Nulla sembra improvvisamente avere senso, adesso; adesso che quello che dovevi dire ce l'hai detto, adesso che sono consapevole che mentre io sto scrivendoti stronzate la tua clessidra continua imperterrita ad andare per il suo cammino.
E' come camminare con coscienza in un vicolo cieco.
..........parole inutili, le mie. |