Come al solito, trattengo a stento uno sbadiglio e recensisco quest'altra, piccola perla.
Inghilterra, si sa, è il personaggio che preferisco di più. Cina... Uhm, lui non particolarmente. xD
Il titolo, innanzitutto, è davvero perfetto. E suona bene. E dire che mi ci ero anche impegnata ad aiutarti! Fortuna che non ci sono riuscita, uno così, io mio cervellino non l'avrebbe mai trovato. xD
Alternative Universe. Spesso l'avvertimento AU non è necessario in Hetalia, visto quanto questo manga riesca ad essere versatile. E forse è proprio questo il motivo che mi fa sembrare questa storia un po' più speciale ed originale.
Yao è servizievole, come è giusto che sia. Più riservato dei suoi fratelli, ma non per questo viene meno al proprio dovere.
Ma quello che mi ha colpito maggiormente, è stato il pensiero e l'analisi su Arthur. Cina stesso si accorge delle sue pene, dovute, probabilmente e principalmente, ad un dolore nato dall'amore. Bon, spero tanto che sia Alfred. O almeno, io mi ci sono immaginata Alfred in quel ruolo, troppo catapultato in avanti per accorgersi di come Inghilterra tenti ancora di stargli dietro per accudirlo.
Poi vabeh, potrebbe davvero essere chiunque, così come potrebbe semplicemente non essere nessuno. Ma io ci vedevo Alfred. Oh. Non volevi che ce lo vedessi? Io ce lo vedo. Massì, inserisco qua e là anche qualche bella rispostaccia - che tra l'altro, mi do da sola.
L'introspezione è veramente perfetta. Ed è in storie come queste, quelle che trattano i sentimenti in chiave stupendamente angst, che l'introspezione gioca un ruolo fondamentale. Mi è piaciuto il modo di descrivere il dolore di Arthur, quella sofferenza che necessita di soffocare in mezzo ai fumi dell'oppio e al fascino psichedelico della droga. Altrettanto bella, seppur meno sottolineata, ho trovato la descrizione dell'umiliazione che Yao prova nel concedersi ai suoi clienti, sebbene ciò accada solo con i più ricchi, quali Igirisu.
Beeeeh, come al solito sono partita in quarta con la marea di -meritati - complimenti.
Alla prossima Mik. Brava. |