Recensioni per
Thèmenos
di avalon9

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/11/17, ore 18:05

Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
E io sono qui che mi sto rodendo ben oltre i gomiti: sono arrivata alle spalle e manca poco che mi stacchi la testa morso dopo morso, come un tarlo, uno di quelli che secondo Maurizio gli stavano scavando il fegato.
Perché so che questa storia resterà così com’è. In corso. E, nella folgorante tracotanza che ogni tanto mi coglie, mi rodo le mani fino alle spalle perché mi dico che se solo ti avessi conosciuta all’epoca forse, forse, FORSE ti avrei convinta a proseguirla. Perché mi sono innamorata di questi tre personaggi, di un amore folle e ratto come i dardi di Eros; una di quelle cotte furiose che ti assalgono tra i tredici e i sedici anni, quando tutto il resto del mondo può anche smettere di girare, per quel che te ne importa. E anche se so che forse, forse, FORSE, le cose sarebbero comunque andate in questa maniera, lasciami una speranza piccina picciò.
Perché, a costo di sembrare ripetitiva, di questo primo capitolo ho amato tutto. Maurizio, il suo toscano, i suoi rapporti complicati col gentil sesso; Maurizio morto con un buco in pancia e il naso e le labbra asportati da sedicenti ladruncoli; Maurizio che mi è stato subito simpatico – una scerra canagghia, come direbbe mio padre – che hai arrotondato mostrandomi i suoi difetti attraverso gli occhi di Vidal – che avrebbe dovuto prendere un aereo che non ha preso – e quelli di Maena. E li ho sentiti così vicini, l’uno con l’impazienza che si prova davanti ad una liturgia che si conosce più che a menadito (e magari, magari, MAGARI i nostri prof ci avessero portato in quelle biblioteche colle teche di vetro e le casseforti del Cinquecento!!), che ha senso solo per soddisfare il proprio ego ipertrofico; e l’altra, con la consapevolezza di essere trasparente come un cristallo, sia nel bene che nel male, e agli occhi degli altri, e agli occhi del suo professore, ma non l'ingenua che tutti etichettano con un colpo d'occhio distratto.
E adesso sono qui, a chiedermi come caspita vada a finire questa storia. Come, dove e quando c’entrino Saga e Kanon, e dunque come, dove e quando, entri in scena Athena e il suo Santuario.
Se ci sia un collegamento tra i Pirenei e quell’uomo renegado che abita presso la Brèche de Roland, e Tu Sai Chi.
E quale mistero sia racchiuso in quella piccola pietra che ha tra i venti e i trent’anni.
Mannaggia a me!
Ad ogni modo, conserverò la speranza che, almeno in separata sede, tu mi racconti qualcosa di più di questi personaggi, che saranno anche d’inchiostro – quello che esce dai calamai, nero come l’inca e viscoso come una resina – ma sono vivi, veri e vitali, come se fossero i nostri professori, relatori e compagni di corso d’Università. E la realtà, credimi, non è poi così difforme dalla fantasia.

Recensore Master
15/11/09, ore 13:46

La tua storia ha un fascino sottile e accattivante. Il primo capitolo è una piccola perla dai riflessi alquanto scuri, ma ripeto, davvero belli. Sarà per merito del tuo stile personale e piuttosto raro. Aspetto il seguito.Saluti Lenna