Oh, che figo il nuovo editor!:D
Ah ehm, ok! Sorry, passiamo alla storia. Dunque, che dire? Mi è piaciuta davvero moltissimo. E non solo perché ho da poco finito la campagna e alla fine questi due insieme mi piacciono: è scritta davvero bene. Oltre ad essere corretto l’aspetto formale (avrei solo un appunto da farti all’inizio, dove Lars dice: “Sei tu quella che mi devi perdonare”. Ecco, o dici “Sei tu che mi devi perdonare” oppure “Sei tu quella che mi deve perdonare”. Sottigliezze ^_-), ciò che più ha colpito è stata l’atmosfera che sei riuscita a creare. Gli eventi narrati sono sostanzialmente scene molto delicate, dolci, positive, eppure aleggia un’aura terribilmente malinconica sull’intera storia. La tensione è sottile ma palpabile, soprattutto grazie ad alcune scelte lessicali particolarmente azzeccate (come il richiamarsi spesso a termini che ricordino la natura artificiale di Alisa) e frasi che meriterebbero di essere segnalate al gruppo “Citazioni dalla fan fiction” di Facebook (e non è detto che non lo faccia). Per esempio quel “E’ la perfetta imitazione di un essere umano” detto da Lee e tornato in mente a Lars poco prima di fare l’amore con Alisa descrive pienamente il comportamento del personaggio e accentua quella nota triste di cui ho già parlato: per tutta la storia, lei non fa altro che agire per imitazione, seguendo canoni prestabiliti per gli umani a cui vuole cercare di uniformarsi anche lei. Per non parlare di quello che dice alla fine del rapporto: “Non credo di aver provato quello che ti ho visto provare.[…] Ma temo non sia colpa tua. Così come non provo dolore se mi colpiscono, non provo piacere”. Be’, questo è davvero un colpo di classe. E’ triste, terribilmente triste. E’ un’imitazione: può avere rapporti sessuali, ma non li vivrà mai come una vera persona. Ci prova, ma non ci riesce. Non è programmata per questo, dopotutto. Ed ecco che subito risollevi la situazione, con una dichiarazione d’amore candida ed innocente che contribuisce alla splendida caratterizzazione che fai del cyborg.
E’ una fan fiction dolce amara questa, sempre in bilico tra la tenerezza di questo amore (anche la scena di sesso è tanto delicata che io la metterei a rating arancione) e la tristezza che questo rapporto contro natura porta con sé. Il sapore di Alisa, che non è né umano né metallico, il suo stand-by che vuole imitare il sonno, il suo caricare i film sulla memoria interna: tutti elementi sparsi qua e là, tra una frase dolce e l’altra, che rendono l’atmosfera cupa, sofferta, facendo temere al lettore che qualcosa tutto d’un tratto spezzi quest’idillio tenuto assieme per miracolo.
E i personaggi sono terribilmente IC. Sono loro, in tutto e per tutto, e soprattutto sono consapevoli di quello che stanno facendo. Mai Lars si dimentica di star facendo l’amore con un androide, mai Alisa si illude di non esserlo: provano a superare le differenze che ci sono tra di loro e, più o meno, trovano un compromesso. E sono felici, anche se non appagati. Lars sa che la sua storia con Alisa non potrà mai essere normale; ma cerca di viverla al meglio, di accontentarsi di quel poco che hanno.
Ecco, credo che questa sia la recensione più lunga che abbia mai scritto. E ora, dopo questo sproloquio, mi prenderai per folle, ma ci tenevo a cercare di analizzare quanto più possibile ciò che mi ha profondamente colpito in questa fan fiction. Spero di esserci riuscita almeno un po’. |