Non ti piace neanche tanto?
No, dico, non ti piace sul serio?
A questo punto preferirei te ne uscissi con qualche frase random sulla modestia e bla bla bla, in modo tale da indurmi ad abbassare il fucile ed evitare di spararti.
No, ok, la smetto di delirare e vengo al sodo – mai che riuscissi a fare un commento decente, nah?
Questa storia è qualcosa di spettacolare: è riuscita a coinvolgere la mia attenzione dalla prima all’ultima parola, vivificando le immagini tristi e angosciose del terribile accaduto.
Immagini, tuttavia, che anche nello stesso racconto non sono descritte nitidamente, ma trapelano confuse dal dialogo delle due infermiere.
Sta arrivando.
Linda lo sente, oramai, ne è sicura: ma, alla fine, non arriverà mai, lei sarà costretta a restare sospesa tra la vita e la morte per molto tempo. Un’attesa infinita, eterna, che si porta dietro una terribile constatazione: “non so cosa sia peggio, fra le due opzioni”.
Freddo. Leggendo questa storia, sono stato percorso da un brivido di freddo così intenso che ho temuto addirittura di scoppiare.
Triste, malinconia, eterna, nella sua brevità.
Complimenti, Kaho. Non ti smentisci mai. Leggere le tue storie, per me, è una continua e incessante scoperta.

L'avrò letta almeno cinque volte: l'inizio ha delle descrizioni un po' troppo canoniche per i miei gusti, troppo usate, e i dialoghi per quanto sappiano di quotidiano, non mi hanno convinto molto, ma il finale tesoro, il finale. Merita una lettura anche solo per quello. Credimi. Tutti i miei complimenti. <3

Uaaah. Bonjour. Questa fic l'ho letta al tempo in cui l'hai postata e mi è subito piaciuta **
Ma siccome non ho una grande memoria, torno a leggerla per recensirla meglio xD.
Il primo pezzo mi piace TROPPO. E' un amore viscerale ** Mi piace tutto, il linguaggio che hai scelto, il tuo stile, così, il tuo stile mi è sempre piaciuto sai, qui è così bello, e non so nemmeno perché, non so notare il perché ma mi piace *__*. Le descrizioni eleganti di quella villa ovattata, dove sembra che ognuno sia soffocato nel suo silenzio, devi spegnere le parole, aspettando che arrivi quel qualcosa, qualunque cosa sia. Mi piace l'accenno a Messina (sicilyyy **), quel punto in cui Linda sfiora con i polpastrelli il tessuto, la parola "chicchere". E' tutto ricercato ed elegante, silenzioso - se non per lo scricchiolio di sabbia.
Sono i cenni di qualcosa di più grande.
Il secondo pezzo è pure bello, perché vedo quell'immagine di donna, quel pianto che raffigura tanti altri, identici pianti. E così si svela l'arcano... Linda non sente più - c'è e non c'è, in una specie di limbo - e non si sa cosa sia meglio: morire o vivere in stato vegetativo? Non rispondi a questa domanda, che rimane a fluttuare nello spazio, insieme alle voci delle infermiere, commenti fuori campo di un dolore non loro.
La fine, poi, è un bel colpo al cuore. Concluede in maniera tragica. Sappiamo che l'attesa non porterà a nulla, e non ci sono suoni in quella villa, ci sono i ricordi di Messina, ma nient'altro. Che bella angst **
Bravà. Spero che tornerai presto a scrivere e a pubblicare, nee-san.

Tu.Sei.Adorabile. Non sapevo cosa aspettarmi quando l'ho vista, quando ho iniziato a leggerla. Per poi scoprire che non c'è niente da attendere, è tutto vano. E' soffocante vedere quante sensazioni immagini questa ragazza, anche se dall'esterno non ne può provare. E' una di quelle storie che dicono tutto e niente: amarezza, apatia, comunicate con un tocco leggero, velato di morte e che sfiora appena. Però tocca. E lascia un'ansia triste addosso questo finale incalzante, e dall'apatia si sente morte, potente ma anch'essa tutto sommato leggera, come una lacrima. Mi lascia sensazioni così ambivalenti; particolarissima, in questo. Non so nemmeno cosa sta dicendo XD. Grazie. E anche io aspetto <3