Recensioni per
Vivamus, mea Lesbia
di GuNeDrA

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/06/10, ore 12:41

Già Lesbia/Clodia non mi è mai stata molto simpatica, ma dopo questa... L'hai dipinta perfettamente come suppongo dovesse essere (una donna di facili costumi, così come Cicerone la dipinge), e come sicuramente la vedeva Catullo.
Da questa storia si capisce come poi i sentimenti contrastati da lui provati siano sfociati nella famosa lirica 'Odi et amo', in cui tante persone ancora oggi si riconoscono. Si evince particolarmente bene come Clodia tenesse in pugno Catullo e come lui, nonostante gli sforzi, non riuscisse a separarsi da lei, sebbene sapesse benissimo di che pasta era fatta. Mi piace molto, a questo proposito, come tu hai caratterizzato i personaggi. Come già detto, hai reso Clodia per quello che suppongo fosse, e hai suscitato in me ancora più tenerezza per il povero Catullo. Complimenti^^

Recensore Master
11/02/10, ore 16:41

Recensione a cura di Melian per Criticoni:

Vivamus, mea Lesbia” di Gunedra è una storia che ha per protagonisti il famoso Catullo e la celebre Clodia (soprannominata dal poeta Lesbia, appunto), dipinti in maniera accorata ed intensa.
Il racconto alterna momenti di pura e sofferta riflessione da parte di Catullo sull’amore-odio che prova per quella donna spregiudicata, Musa dei suoi carmina più struggenti e furiosi, a descrizioni efficaci della gestualità dei due protagonisti, infusa di una sensualità e di una mordacità singolari, capaci di far trasudare i sentimenti e la personalità che animano i due personaggi, ben calibrati, studiati e perfettamente riusciti, alla pari dell'ambientazione in cui sono lasciati muovere.
Gunedra realizza un vero e proprio spaccato di vita catulliana, e rievoca con maestria e sicurezza una delle più antiche, sofferte e famose storie d’amore e ci restituisce una realtà verosimile, perfettamente calata nella Roma antica e più segreta, quella dissoluta, fatta di dipinti erotici, di donne come Clodia dalla personalità magnetica e disinibita, consapevoli del proprio fascino e del proprio corpo, forgiati come arma per ottenere tutto ciò che si possa desiderare, di intrighi politici e di infedeltà ai danni di mariti troppo occupati ad accumulare ricchezze e favori politici per accorgersi di essere traditi nel loro stesso talamo, come accade a Metello Celere, il marito di Lesbia.
Questa storia è un inno alla passione, alla carnalità, alla sofferenza, all’astuzia delle donna che sa ammaliare, alla fusione dei corpi in amplessi travolgenti e furibondi, dove amore e odio efferato si mischiano e si annullano.
Cos’è Catullo nelle mani di Lesbia, se non creta da modellare a piacimento?
Cos’è quell’ardore che spinge il poeta a possedere quella donna che sa concedersi ad ogni vizio e piacere, ma non apre il suo cuore al suo amante, se non la disperata richiesta di un sentimento più unico e autentico che non può essere soddisfatta?
Chi è Lesbia, se non una “donna senz’anima”, che ha il potere di vita e morte sul suo poeta?
Vivamus, mea Lesbia” è esattamente quello che noi, a scuola, abbiamo sempre immaginato quando abbiamo posato gli occhi sulle poesie di Catullo: viscerale, assurda, folle passione, unita ad un odio cieco e debole, un vano tentativo di eclissare l’amore.

Recensore Master
07/12/09, ore 14:09

stancarsi di Clodia e Catullo? No, mai e poi mai! Per quanto mi riguarda amo Catullo alla follia e detesto Clodia per il dolore che ha provocato al pover'uomo, ma sono contenta che ci sia stata perchè altrimenti non avrei potuto gustare quelle splendide poesie. Venendo alla storia: cara mia tu sei più che grandiosa, non riuscivo a staccarmi dal leggere nemmeno un secondo, tutto era così soffuso eppure così crudo e reale! Davvero stupenda!