Eccomi qui. In ritardo, per l'ennesima volta.
In ritardo perchè a lungo sono stata incapace di descrivere questa poesia nel suo essere, nella sua completezza.
Verace e dolorosa.
Siamo uomini e il nostro impero ce lo siamo costruiti, vero. Eppure noi creatori, siamo gli artefici di una distruzione di tutto ciò.
Abbiamo perso la bussola, le sabbie di un deserto come dici tu da noi voluto iniziano a stridere.
Ma a noi non importa.
Non ci è mai importato di nulla, la solitudine ci bracca e noi siamo incapaci di accorgecene. O semplicemente capaci di renderla muta.
A noi non importa.
Ecco. Ho sclerato.
Non me ne volere, questa poesia ha saputo rapirmi.
Riesci a buttare il lettore nelle verità -sono sempre verità quelle nelle tue poesie- di cui narri con le immagini che evochi.
Esse stridono in modo dolce e scindono le verità a cui noi, poveri mortali, ci aggrappiamo. Nulla di più.
Adesso la smetto di blaterare, e me ne vado per la tua gioia.
Complimenti, solo questo. |