(Questa sarebbe dovuta essere la seconda recensione che lascio a questa storia, ma ciò non è contemplato nel regolamento. Quindi ho cancellato la recensione vecchia e l'ho sostituita con questa.)
La tua è una di quelle storie che si leggono e si rileggono; bene, l'ho riletta, o per meglio dire la sto rileggendo, e non riesco a trattenermi dal buttare giù, nuovamente, qualcosa.
Le prime righe sono un concentrato massiccio ed allucinante di angoscia; personalmente, le ho trovate lentissime, agghiaccianti, esasperanti, doloranti, angoscianti. Specie il fatto della fotografia, è un pugno nello stomaco. Fondamentalmente, se si ha un cuore, si empatizza con Misa, perchè è talmente alto e disgustante e roboante tutto quanto che non si può non rimanere un istante spiazzati nel vederla così, ecco. Se io fossi una persona un po' più tendente al commuovermi, penso che l'avrei fatto nell'istante in cui ha cominciato a canticchiare tra sè e sè dondolando, quando il... tutto e il... nulla ti opprimono.
("È buffo come gli orologi facciano del tempo e della facoltà di governarlo la loro arma; è buffo, perché il tempo, alla fine, scade anche per loro, senza attenuanti o trattamenti di favore, e questo le ricorda che lei si è arrogata il potere di somministrare la morte e tuttavia adesso sta morendo." Questa frase è un capolavoro, per inciso, eh.)
Ma andiamo avanti, alla comparsa della Morte. Oh, da qualche mese non riesco più ad immaginare la Morte personificata se non in un modo, ergo come la dipinge Neil Gaiman nello spettacolare 'Sandman' che ti consiglio caldamente: in quell'opera, si tratta di una ragazzina vestita in stile goth, con un sorriso estremamente dolce, molto rassicurante. La tua rappresentazione, al contrario, è pietrificante, ma splendida. Pietrificante nell'aspetto, ma soprattutto nelle parole.
"Si può dire che la morte fosse una scelta di vita, per te." Oh, be' - sarà retorica, e gioco di parole, ma è da brivido. Clap, clap.
Andiamo avanti. L'espediente della televisione non lo ricordavo, ma è adorabile e macabro in un certo senso. Seriamente. E i flashback, be', avrei voluto, effettivamente, commentarli uno per uno, ma credo sia praticamente impossibile - perchè uno trascina l'altro, sono trascinanti, ecco, trascinanti, ti trascinano in un vortice di dolore e ti stringono il cuore (perchè leggerli sapendo è tutt'altra storia) e non puoi fermarti. Quelli infantili sono quasi crudeli. Non le parole della Morte che vi fanno da contorto, proprio i flashback in sè, nella loro semplicità. Fanno male, inseriti in questo contesto. (Fondamentalmente ti sto dicendo che sei crudele.) L'ultimo invece è meno crudele e più angst, IMHO.
E poi c'è l'ultima parte della storia. (Sto commentando mentre leggo, il che significa che tra lettura, commento e metabolizzamento - si dice? - delle emozioni ci sto mettendo un'ora, ma ben sfruttata.)
L'ultima parte, dicevo, quella del discorso della Morte che mi fa venire sempre i brividi e mi ricorda perchè ti ho ammirata tanto per questa storia: perchè sei partita da una Seiko che è mostruosamente OOC rispetto alla Misa che conosciamo, e sei riuscita a ricavarne una Misa profondamente e completamente, almeno per quella che è la mia visione di lei, IC. Hai ribaltato Misa come un calzino, mantenendoti perfettamente credibile.
L'idea che lei amasse Light perchè Light non avrebbe mai amato Misa è l'esempio di quel che sto dicendo. Pazzesco, contrario al canon, ma perfettamente fitting (ho problemi con l'italiano... XD).
Bene, ho concluso la lettura e credo di aver concluso ogni riflessione. Ho una voglia matta di rileggermi Death Note.
I miei complimenti, ancora, davvero.
Fede (Recensione modificata il 07/02/2012 - 09:58 pm) |