Recensioni per
«Venez, chère grande âme, on vous appelle, on vous attend» - 20 marzo.
di Sorella_Erba

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
02/01/16, ore 01:31
Cap. 1:

E basta?

E
Basta
?

No, no, no, è troppo bello e troppo raro: qualcuno che si decide a scrivere sulla mia OTP. E tu lo fai così bene. Così accurato, mi è piaciuto molto.
Continua ti prego.

Recensore Master
24/03/10, ore 20:13
Cap. 1:

Un lavoro davvero, davvero bello!
Mi sono avvicinata a Rimbaud e Verlaine subito dopo aver letto I fiori del male di Baudelaire *la prima volta che li lessi tutti e tre di seguito, lo ammetto, non ci capii molto, avevo quattordici anni!* e mi ha sempre affascinato il loro legame intenso, a livello fisico, spirituale, poetico.
E tu lo hai reso perfettamente secondo me. Tra i due ho sempre visto come la parte debole Paul e questo aspetto è espresso nella storia da te *la vergogna per essere ubriaco [maledetto vizio dell'alcool -.-''], le suppliche per lettera [fa molto Oscar Wilde- Alfred Douglas, il loro rapporto era davvero molto simile a quello di Paul e Arthur]e via discorrendo*.
Londra risale al 1873 o giù di lì, poco dopo ci sarà Bruxelles e la loro separazione tragica.
Ps: ho adorato la parte finale nell'opera, quando Paul scoperchia i propri sentimenti e sottolinea l'abbandono della famiglia e l'amore totale che ha provato per quel diciassettenne dall'aria svagata e gli occhi chiari e avviato al tramonto.
Bacio

Recensore Veterano
22/03/10, ore 21:48
Cap. 1:

Les Poètes maudits! No sai quando adoro loro e Mallarmé e Corbière e Baudelaire. I poeti assoluti, divorati dall'odio per quella soietà che scardinano in modo dissoluto e feroce, cercando di andare oltre.
Tu hai fotografato un momento che è quello immediatamente successivo, è la stanchezza degli occhi e dell'animo, che si trascina nell'animo di Verlaine e stende come un velo tutto intorno.
E' già lontano, Rimbaud, idealmente, è già in un altro mondo - dove lui non può raggiungerlo. Può solo aggrapparsi a quell'illusione, che poi è un'illusione di vita - come tutte quelle che tormentano la loro esistenza - e arrendersi in qualche modo, e farsi trasportare da ciò che accadrà.
E' quasi dolce Verlaine, dolce, ed è difficile a credersi - guardando tutto quello spirito divorato dai desideri, quasi violento, eppure è una stanchezza "dolce" quando guarda il sorriso di Rimbaud. E il suo è un sorriso strabo, un sorriso che sa già di freddezza, di allontanamento. Rimbaud non è uno di loro, forse non lo è mai stato del tutto, è diverso; è un po' come se avesse addosso inquietudine.
Mi è piaciuto molto questo pezzo, anche perché mi ha riaperto un mondo dal quale mi sono forse troppo allnotanata. Lo stile è bello, mi piace sempre il tuo stile, però si vede che scrivere su di loro ti mette -forse - un po' di... come dire... ansia da prestazione xD
Ma non temenre, non potrai mai scrivere cretinerie tu, quindi la prossima volta osa di più. Questi due merito "l'osaggio"! Ottimo lavoro *O*

Recensore Master
21/03/10, ore 12:32
Cap. 1:

bellissima, tenerissima. povero Paul, se non sbagliò fra poco le sue illusioni si sfalderanno. Arthur... non so che dire. Mi ero abbituata a Leo Di Caprio in "Poeti dall'inferno", qui appare + maturo, più consapevole. Anche perchè fra poco ci sarà Bruxelles.
Bellissima