Aaaaaaw. Okita Sōji e Hijikata Toshizō. *_* * si elevano cuoricini a forma di petali di ciliegio nell'aria *
Coff coff, torno seria eh. Tra questi due c'è una dinamica fantastica, c'è così tanto di detto/non detto. Hijikata ha reso Okita quello che è, quello che vediamo, e senza rimpiangere niente però riflette, pensa... Ed è normale. C'è un amore molto profondo, sono una coppia bellissima. E' bello poter spiare i pensiero di Hijikata, e poi quella richiesta finale, quella di un abbraccio (verso fine anime mi era preso un coccolone, ho temuto seriamente per Okita-san). Bella, bella, bella! *_*

Mi sono messa a sfogliare le serie di cui hai scritto. Quando ho visto Peace Maker Kurogane è stato un "fermi tutti, devo leggere ANZITUTTO questa!". L'anime mi era piaciuto tanto, Susumu in particolare. E tu lo hai reso molto bene, in questa tristezza combattuta, nel modo in cui si rivolge alla sorella... il tipo di mondo in cui sono cresciuti, la pressione delle sue pretese, gli insegnamenti di Ayu che lo vorrebbero spingere verso una direzione e poi, invece, le emozioni di Susumu. La conclusione è amara ma... positiva, in qualche modo.

E' molto carina ma soprattutto profonda.
Sì, in realtà ammetto che, pur non essendo portata per lo Yaoi, ho sempre pensato a loro due come una coppia.
Nonostante questo sono sempre stati, con Shinpachi Nagakura, i miei personaggi preferiti. Con Okita ho anche una specie di debito morale!
Mi fa molto piacere che come storia sia arrivata terza anche se mi dispiace vedere così pochi commenti. Prometto che recensirò anche gli altri capitoli -ma non ora e non oggi, mi sa. Perdono!-.
E' tanto bello vedere qualche ff di PMK (ce ne sono così poche) e soprattutto conoscere una persona che l'ha letto! E' un po' sottovalutato, mi sa; meglio così, forse; almeno non viene mischiato alla massa dei commerciali!

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Bella. Triste. Non mi ero mai soffermata a pensare a cosa potesse aver pensato Susumu,pensato davvero, rivangando il ricordo del suo rapporto con la sorella.
Avevo solo visto la sua reazione tormentata e scioccata alla vista del suo corpo, ma non avevo considerato la possibilità che avesse avuto- o che avrebbe potuto avere- dei pensieri così lucidi e così distaccati e così...definitivi.
Trasmetti immagini piuttosto vivide, dolorose, e l'ultima frase, "Ai ricordi io non riesco proprio a rinunciare.", è assolutamente appropriata e lascia il segno, come un retrogusto agrodolce che ti si stringe addosso.
Susumu è cresciuto come uomo, con la morte della sorella, ed è sempre meno adatto a fare la spia. Bella, davvero :)