Recensioni per
Ninnananna ninna oh...
di __Wrath__

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
06/08/11, ore 19:10

Non ti ci vedevo proprio a scrivere di questo tema, dovrò intervistarti a riguardo. Per me i bambini hanno un significato strano. Non sono i “perversi polimorfi” della psicanalisi, né i marmocchi urlanti frequenti di questo periodo sulle spiagge: sono i nuovi noi stessi. Quante volte dopo un nostro trauma cambiamo, e da qui a qualche mese ci ritroviamo diversi? Nuovo taglio di capelli, nuovo stile, nuovo sorriso ed esperienza. Semplicemente a volte moriamo e ci reincarniamo in figure più consapevoli, o più perse. Così a volte teniamo incubati dentro di noi i nuovi noi stessi, nutrendoli di esperienze e sorvegliandoli con gli occhi guardinghi del passato. Partorire i nostri nuovi noi non è facile, bisogna osservarsi, avere cura di noi stessi, avere pazienza e soffrire. Al contempo a volte i nostri progetti, i nostri sogni, muoiono prima di realizzarsi a causa nostra, a causa degli altri, a causa di meccanismi imprevedibili e incontrollabili e dentro di noi resta un senso di vuoto pressoché simile a quello di una perdita come la morte. Aborti. Non so perché, ma fin dalle prime parole ho avuto questa visione, come sempre troppo astratta e pomposa. Per me questa poesia non parla di morte, ma di vita, di crescita, di quelle sonore, drammatiche botte sui denti che tanto tutti ci prendiamo. Delusioni. A volte grosse delusioni, grosse distruzioni di speranze provocano la morte di qualcosa di noi che può oscillare tra la totalità e la particolarità a seconda di parametri come il carattere, l’ambiente in cui viviamo, i sogni che ci restano a guardare da lassù, le stelle che abbiamo a ricordarci di nostri progetti ogni volta che ci ritroviamo per terra.
 
Per il resto, sono donna anche io.. e ricordo perfettamente quando ebbi il mio primo desiderio di maternità. Oggigiorno è troppo presto per parlarne, non credo di avere la testa per comprendere o anche solo immaginare cosa sia la gravidanza, ma un domani chi può dirlo? Non conosco i dolori e le gioie delle neomamme, ma ho osservato a lungo il feeling che unisce bebè e madre. Credo che avere per un anno (quasi) una creatura dentro di sé, un qualcuno che ci accompagni sempre e che mantenga la sua indipendenza nei gesti pur dipendendo da noi sia la più grande forma di divinità al mondo. Non voglio neanche sapere come ci si senta a venir privati da questo legame.
 
In ogni caso mi stupisce come tu abbia potuto concepire una cosa del genere senza esserci passata. Great!

Recensore Master
28/09/10, ore 17:05

Ho aggiunto questa poesia alle storie da ricordare. Certamente è molto bella, davvero. Contiene immagini intense e struggenti, e per un attimo il dolore mi ha storto lo stomaco. Io sono il contrario di questa donna, non sono sterile ma non voglio figli. Penso sempre che mi piacerebbe, se fosse possibile, regalare il mio utero a qualcuno che "vuole ma non può". Bella davvero, complimenti.

Nuovo recensore
13/07/10, ore 01:11

Ciao^^ Bazzicavo per la tua pagina e ho trovato questa poesia con il titolo che mi stuzzicava un poco... l' ho letta e mi piace^^ Malinconica, drammatica con qualche nota un pò noir... è la prima poesia che leggo nel fandom di efp, e sono molto felice che sia stata una così carina^^
Tanti baci, Zelda.