Ciao,
come sempre, quando voglio leggere qualcosa di nuovo su Erika Fan fiction Page sfoglio le opere dei miei lettori, prima di buttarmi nel resto delle altre storie, per questo ho trovato la tua vecchia opera, datata 2010. Dunque, è difficile scrivere una recensione su questa storia. Il tema dell’addio spicca, ma Eolo sostiene più volte di parlare a se stesso, dunque è più una riflessione, (una pagina di diario senza data) un fare il punto della situazione, di ciò che è e di ciò che è stato. Sinceramente, le personalità egoiste a tal punto non suscitano la mia simpatia, insomma, avrei bisogno di vedere il contesto nel quale si muovono per apprezzarli a fondo. Io penso a chi resta e a chi li subisce, perché persone così si finisce sempre col subirle, anche se magari ci amano sopra ogni altra cosa e dicono che senza di noi, non sono nulla. A ne ka frase "senza di te non sono niente" personalmente spaventa tantissimo. Potrebbe anche significare che "senza di te non sono nulla, dunque se mi lasci, è possibile che mi suicida, quindi, vedi bene di non lasciarmi o avrai un morto sulla coscienza"
E' un'arma a doppio taglio. E' un forte vestito da debole che trova uno stratagemma ingegnoso per non perdere ciò che ama con tutto il suo egoismo. Il ricatto morale è forte.
Anche la lettera con la quale comunicherà il prossimo suicidio mi sembra una specie di cattiveria e spero che la bruci. E’ una lettera che se resterà, darà atto a pensieri del tipo –qui ci sono le prove del mio gesto ma ti ho messo in condizioni di non poter far nulla e voglio ricordartelo- E’ un grande egoista Eolo e a mio avviso, il suo Ego è smisurato. Fa molto Poeta maledetto questo racconto/lettera. Probabilmente anche chi lo amava era fatto della sua stessa pasta, perché le righe che ha dedicato al protagonista esprimano una sorta di lamento/venerazione, mi sembra.
Lo chiama egoista Eolo! crudele Eolo! sfuggevole Eolo! giocoso Eolo! triste Eolo! (aggettivi di connotazione più negativa che positiva. Anche giocoso, preceduto da sfuggevole e crudele, va fra i negativi) ma aggiunge anche frasi come
"Tu, vento, che volteggi libero,
abbracciando tutto senza poter fermare niente,
riesci mai a fermarti?
Oh nostalgico Eolo!
Da oggi, alitaki, ti chiamerò vento,
e il suo brusio sarà la tua sola musica"
... Che sinceramente, lascia emergere una certa poesia nel suo modo di essere. Quì c'è venerazione. Quì ci sono belle similitudini. Alla fine sembra che gli dica –tu sei così e mi fai male ma a me piaci così-. Questa forma di amore/dolore non rispecchia i miei canoni, ma esiste e si trascina dietro una poesia cruda e drammatica al tempo stesso. Hai scelto le parole giuste per riportarla, perché effettivamente fanno pensare e fanno cadere in un trip riflessivo non indifferente. Ci fanno porre delle domande, soprattutto la parte delle parole. Tu scrivi: "Perché le parole, tra noi, erano fondamentali quando si parlava di ciò che era esterno a noi, inutili quando rincorrevamo ciò che era dentro di noi"
Effettivamente, le parole possono essere un’espressione riduttiva dell’interiorità. L’interiorità immensa ed emotiva dell’uomo. Tuttavia, sono le parole il nostro maggior canale di comunicazione. Senza le parole, quanto possiamo esser sicuri che gli occhi, i gesti e i movimenti, arrivino? Il significato delle parole è scritto. Lo sguardo può arrivare ma è soggetto a ragionevole dubbio … Concludo, dicendo che trovo la tua storia davvero ben scritta, scorrevole e molto, ma molto intensa :)
Si merita subito un posto speciale, nella mia personale bacheca di Erica Fanfiction Page.
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