Ed eccomi qui ^^
Finalmente ho trovato un pochetto di tempo di qualità per leggere questa storia e l'ho letta tutta d'un fiato.
Bene, bene ... mia cinica amica. Sarò spietata e sincera oltre ogni modo.
Hai scelto un'ambientazione molto accattivante, la guerra, Pearl Harbor,lui soldato, lei infermiera. In genere sosto poco nello storico, ma devo ammettere che fin dalle prime righe ho capito che valeva la pena continuare.
Dunque, il primo complimento va per le descrizioni di fatti e situazioni. Sei state precisa, curata nei dettagli, e, nonosante l'argomento fosse molto delicato, l'hai trattato con il giusto distacco al fine di dare al lettore modo di farsi la propria idea a riguardo senza essere influenzato dal tuo parere. Questa è una cosa che pochissime autrici, alcune anche molto brave, sanno fare. E' automatico cadere nel melodrammatico e nello svenevole trattando di un argomento come la guerra, e tu non l'hai fatto. Anche quando parli di Edward e dei suoi problemi di reduce, li descrivi e basta. Non tenti di dargli giustificazioni, e lo descrivi in tutto il suo impietoso dramma di relitto che si regge a malapena a galla.
Sei stata realistica senza risparmiarti mai. Ironica e sagace nei dialighi, assolutamente mai pesante nelle parti descrittive. Il ritmo della narrazione è stato quello giusto, lento dove occorreva, incalzante quando era necessario stringere i tempi (perchè non hai scelto di farla durare di più? Ci avrei visto benissimo una long-fic, non troppo long, certo, ma una trentina di capitoli secondo me ci stavano tutti).
Ora, tu penserai di essere giunta all'apice del tuo cinismo: Edward dice che ama Bella, ma lui stesso ammette di non sapere bene perchè l'ha fatto. Ci sarebbero milioni di psicologi che potrebbero spiegarglielo molto meglio di me, ma io sono rimasta colpita da una scena in particolare. Cito:"Fino a qualche anno fa non avrei mai creduto che tutto questo sarebbe stato possibile. Se qualcuno me l’avesse detto gli avrei riso in faccia e invece… In giardino c’era un piacevole baccano. I bambini giocavano tra di loro mentre gli adulti parlavano e di tanto in tanto li richiamavano quando facevano troppo baccano."
Ecco. Qui secondo me c'è il nocciolo della questione che purtroppo, amica cara, ti smaschera crudamente. Il filo di tutta la tua meravigliosa storia è la SPERANZA. Speranza di vincere, di sopravvivere, di cogliere l'attimo e di godere dei momenti di pace che si riusciva a strappare. Speranza di farcela a superare le difficoltà, di dare un futuro migliore al proprio figlio. Speranza di non ricadere nella solitudine, quella della propria mente, che è la cosa che più spaventa chi ha l'animo turbato dalle brutture dell'universo guerra.
E, dulcis in fundo, è la speranza di chi, dopo aver tanto patito, aspira solo ad essere felice.
L'immagine di Edward che ascolta e vede i bambini fare baccano, chiude perfettamente per me questa storia deliziosa, delicata e scritta con notevole abilità.
Grazie mia cara.
M.Luisa |