(Recensione del contest) A livello di forma, in generale la storia è abbastanza corretta, anche se c'è qualcosa un pochino da rivedere, nella punteggiatura in modo particolare. Qualche esempio:
“...tuoi splendidi occhi grigi. » in passato sarei arrossita”: penso che “in passato” etc, a parte volere la maiuscola, dovrebbe andare a capo. Ho trovato questa forma qualche altra volta, nella storia.
Poi → “Ti farò ricredere nei lati belli della vita.”: penso tu volessi dire “ti farò credere ancora”, perché “ricredere” vuol dire “cambiare idea riguardo a qualcosa”, quindi... verrebbe fuori esattamente il contrario di ciò che intendi tu.
Ho notato un uso un po' eccessivo delle parole “piccolo”, “principessa”, “cavaliere”: sono parole importanti nella storia, è vero, però forse se le usi troppe volte finiscono per disturbare, invece di essere incisive. In generale, forse il testo andrebbe snellito: ci sono moltissimi aggettivi che infiorettano un pochino troppo la storia, e moltissime parole che esprimono dolcezza, sentimento, romanticismo... Forse, se le usassi meno, le parole dolci assumerebbero ancor più valore, non trovi?
Per quanto riguarda la coerenza di trama, ambientazione e personaggi, ho trovato qualcosa che ha bisogno di revisione. Ovvero, qua e là purtroppo fanno capolino diverse cose lasciate in sospeso, oppure poco precise.
Per prima cosa, ci mostri la protagonista con i suoi pensieri, che ci informano del suo stato d'animo cupo, in seguito a un tradimento da parte di amici. Va benissimo. Però questo tradimento non viene mai chiarito, e un po' questa cosa mi rende difficile capire del tutto i sentimenti di Sara: vorrei sapere cosa l'ha gettata in un tale sconforto.
Poi, quanti anni hanno, i protagonisti? Non mi serve la carta di identità, ma un minimo accenno per capire... c'è differenza, tra una storia di sentimenti vissuta a 15, a 25, a 35, a 45 anni... no?
E dove si svolge la prima scena del capitolo I? Lui la porta via dalla sua solitudine... Va a chiamarla a casa? La trova in giro, a scuola?
Poi: l'istituto dei bambini, prima lo chiami “asilo” (che non è corretto), poi “orfanatrofio” (che ha senso), però non spieghi se Michele è un volontario, oppure ci lavora.
E poi, ci sono ancora altri passaggi poco chiari, per tutta la storia.
Non è per essere iper-pignola, ma questi non sono particolari superflui! Aiutano un lettore a orientarsi nella storia, a volere più bene ai personaggi, a dimenticare la realtà per entrare nel racconto. Se vengono a mancare tutti questi riferimenti, il lettore fa più fatica a gettarsi nella tua storia, no?
Attenta anche alla naturalezza dei dialoghi: entrambi i personaggi dicono cose davvero belle (e vere, secondo me), però a volte parlano in modo un po' “da libro”, poco spontaneo.
Ti chiedo scusa per questo elenco di cose che mi hanno lasciato perplessa: servono a farti capire bene la posizione in classifica. C'è tanto di apprezzabile, comunque, nella storia. Per esempio, la cosa che mi è piaciuta di più è il riferimento alle fiabe, alle principesse, agli stessi cartoni Disney e alla felicità da fiaba in cui uno smette di credere. La protagonista non ci crede più, però le vicende che vive le fanno capire che comunque qualcosa di bello nella vita di ognuno c'è.
E' bello che a far capire a Sara che deve “sciogliersi” siano, oltre che Michele, dei bambini che hanno vissuto esperienze particolarmente difficili.: è come se volessero dire a Sara che qualcuno che forse ha sofferto anche più di lei ha ancora un po' di fiducia nella vita, e se ci riescono loro, ad averla, allora può farcela anche lei.
Poi mi piace la crescita di lei: non è certo un personaggio statico, e tu hai fatto vedere il suo cambiamento, dal pezzo di ghiaccio iniziale fino alla persona forte e autonoma, capace di andare incontro alle più grandi sofferenze con coraggio, che vediamo alla fine.
A livello di utilizzo del tema, la canzone è piuttosto riconoscibile nella vicenda, e il suo tono romantico in effetti è quello della storia.
Per quanto riguarda i miei personali gusti di lettrice, mi piace l'aspetto “sociale” della vicenda, cioè l'impegno dei due con i bambini, perché credo che le storie d'amore – nelle storie come nella vita, non debbano chiudere gli amanti in un mondo perfetto, ma li debbano aprire al mondo. Cosa che succede a questi due. Purtroppo non ho apprezzato il grande sentimentalismo che pervade la storia, e mi rendo conto che questa è una cosa soggettiva. Però, ripeto, certe parole, come quelle dell'amore, fanno più effetto quando si lasciano intendere, più che quando si dicono. Il sentimento dei due protagonisti e la crescita di lei sono belli, e forse, con meno parole, ne avrebbero acquistato in forza. |
