"Stavo male perché non avevo mai voluto così tanto qualcosa in tutta la mia vita e quando l’avevo trovato, avevo capito che sarebbe stato proprio quello che non avrei mai dovuto trovare.Né avere."
Ma tu ti sei davvero mai sentita cosí? Hai mai guardato qualcuno con la coscienza che sarebbe stata la "cosa" che ti avrebbe finalmente davvero completata (o almeno in quel momento era la tua convinzione piú assoluta) mentre invece avevi la perfetta consapevolezza che tu quella stessa "cosa" per nessun motivo al mondo, anzi all'intero universo conosciuto, avresti mai potuto avere?
Io sí. Eccome. E la frustrazione se non ben controllata ti puó portare, nella migliore delle ipotesi, alla follia.
Fortunatamente la mia follia é stata sempre ben controllata e non é sfociata in atti inconsulti. Non sono mai caduto nella depressione. Ma la forza di carattere e il coraggio mi hanno consentito di condurre una vita "normale".
Prima o poi racconteró anch'io qualcosa. Non so se ne saró davvero in grado. Ma mi piacerebbe molto condividere le emozioni.
Vedremo.
"Avrei voluto ascoltare i miei istinti" eh sí davvero, sai quante volte avrei voluto dare retta agli istinti. Ma mi é mancato il coraggio. Oltre agli impedimenti pratici di coloro che in quel momento, mio malgrado, controllavano la mia vita.
"Mentre rimanevo a distanza, per terrore, profondo terrore di fare un minimo sbaglio che l’avrebbe fatto allontanare da me, che me l’avrebbe fatto perdere." Anche questo... Dio come rendi bene l'idea. Leggo di Heath e rileggo alcuni passaggi della mia esistenza. Sembra quasi che tu in quei momenti ci fossi. Anzi fossi dentro di me.
"Perdevo fiato, capacità di ragionare, parole, sussurri, sospiri… e lo guardavo e basta, chiedendomi come avessi fatto a incontrare una meraviglia del genere, come potesse esistere e torcendomi lo stomaco per la frustrazione per non poter fare nient’altro che osservarlo da lontano." Giá. Proprio cosí. Deglutire il nulla. Il vuoto nello stomaco. Il senso di impotenza. La voglia nelle mani e l'impotenza nel cervello. La sensazione di essere da un'altra parte mentre l'oggetto del desiderio é di fronte a te ma non é e non potrá mai essere tuo. E nemmeno glielo potrai mai far sapere. E non potrai mai sapere se per qualche oscuro intreccio di destini lui potrebbe anche solo accettare la situazione. Non tanto partecipare attivamente, ma almeno "accettare" la cosa senza per questo allontanarsi irrimediabilmente da te. Ma il coraggio di saperlo non l'avrai mai.
"Tutto era mio e non lo era, contemporaneamente." Conoscere tutto di lui, ogni sua espressione, ogni sua sfumatura. Averlo ripassato milioni di volte ad occhi chiusi da solo al buio. Esserti costruito mentalmente infinite situazioni in cui glielo dicevi e lui accettava consapevolmente, anzi partecipava attivamente al tuo sogno, veniva verso di te, potevi sentire il suo profumo, il suo calore, toccare il suo corpo caldo, averlo finalmente solo per te. E poi aprire gli occhi. Vedere solo il buio e ritrovarti ancora irrimediabilmente solo. Con l'unica possibilitá di richiudere gli occhi e ricominciare a sognare di averlo lí vicino.
"L’aveva sempre saputo. Me ne resi conto solo in quel momento ed ebbi paura." Cavoli. Avere la sensazione che il pavimento non esista piú. Non trovare piú improvvisamente lo stomaco al suo posto. Avere finito completamente la saliva. Non riuscire a far entrare un solo atomo di ossigeno ed avere la sensazione di soffocare. Tutto si sta realizzando. I tuoi sogni finalmente avranno una concretizzazione. ma non sai ancora quale. E il terrore che vada tutto male ti attanaglia. Forse preferivi continuare a non sapere. Forse preferivi continuare a rimanere dentro alla falsa sicurezza dei tuoi sogni. Quelli almeno finivano esattamente come tu volevi. Mentre adesso non sai che cosa succederá. Ed ovviamente temi il peggio. Ma allo stesso tempo non vedi l'ora di liberarti di questo peso. Vada come vada. Succeda quel che deve succedere. Finalmente lui saprá di te. E potrai cambiare pagina. Scivere una nuova storia. Con o senza di lui.
“Perché ti voglio… e non ne potevo più della finzione. Se ho sbagliato, ok d’accordo, puoi uscire da qui e puoi anche decidere di non guardarmi più in faccia o di rivolgermi la parola, ma se ho ragione smettiamola con questa messinscena… non ci sto capendo un cazzo di tutto questo, ma so che ti voglio come non ho mai voluto nient’altro nella mia vita e che mi sono stancato di fare solo il migliore amico!” Oh noooooo. E adesso??? Come si puó gestire una situazione cosí? Quando il confine tra migliore amico e amante é lecito che venga superato? Quando nella propria vita si scopre una cosa del genere.... come si fa ad affrontarla? É una cosa devastante. Il cuore ti va in pezzi. Sei sballottato tra due energie opposte: dico di sí, tanto l'ho sempre amato, é inutile negarlo, dico di no, sono cose che "non si fanno". E la mia vita "normale" dove va a finire? La mia idea di famiglia, la mia voglia di paternitá come potrá mai essere realizzata in questo modo? E come la mettiamo con l'accettazione? Prima da parte mia, poi da parte della mia famiglia, poi da parte del resto del mondo? Sono cose che ti possono schiacciare, fare a pezzi, uccidere persino. E io adesso dove lo trovo il coraggio per dire di sí? O dove trovo il coraggio di dire di no? Quale mai sará la scelta migliore? Ancora oggi, a 47 anni, padre di due meravigliosi figli, non so quale sia la scelta giusta. Se la scelta "giusta" sia quella che appare la piú facile, la piú accettabile, la piú "normale". Ma tanto nessuno puó sapere come sarebbe stato il presente avendo avuto un passato diverso. Ci restano solamente i bei ricordi. I ricordi di essere stati comunque, in un certo momento della nostra vita, tanto amati. Amati a tal punto da mettere tutto a rischio. Amati a tal punto da poter accettare anche di essere rifiutati. Amati a tal punto da rischiare il tutto per tutto pur di affrontare la realtá. E siamo ancora qui. Ancora vivi. Ancora vicini. Ancora amici. Solo amici. Ancora innamorati. Senza riuscire a separarci mai. Nonostante la vita. Nonostante il mondo. E forse é stato "giusto" cosí. |