Ahhh, chiedo venia ho dimenticato per un attimo che puublicavi (cervello d'aria proprio). Dunque, poiché il cervello è arioso, poiché io ho sprazzio di genialità solo in alcuni (brevi) periodo e poiché sono una Panda pigra, mi limito a copia-incollarti il delirante commento per il quale mi amerai all'inifinito (e per forza, insomma ù.ù).
Comunque se ti escono cotante meraviglie, puoi mettervi tutti i mesi che vuoi, eh. La prossima volta, però, non ti chiederò di leggere ogni tre righe, insoma ci vuole contegno! Coff.
Ok, tiè:
E vado a pezzi, sennò addio.
Ma quanto, quanto, quanto è crudele questa cosa che hai scritto? Il primo pezzo del risveglio è talmente coperto di polvere che Sirius sembra quasi sbiadire. Io sono sempre stata fiera sostenitrice della campagna “uccidiamo i Marauders” – residuo del passato, ricordi di qualcosa che riescono a trattenere per un istante con le mani ma poi scappa via; persino Remus per me doveva morire, alla fine. Questo non vuol dire, naturalmente, che la cosa l’abbia davvero accettata, però mi è sempre sembrato giusto, che Sirius morisse, proprio perché questo… reggersi del corpo, senz’anima e senza vita, solo con il respiro… fa un male cane.
Alla fine, Sirius è solo un fantasma di quello che è stato, vive della luce riflessa negli occhi di Harry, che sogna quel passato come qualcosa che gli è stato strappato dalle mani, ma che ormai è finito – solo che lui non se ne accorge.
Dopotutto entrambi si cercano e si “sfruttano” a dovere: Harry vuole recuperare parte della vita che meritava, ma che ha perso ingiustamente; Sirius continua a raccontare – a parlare e parlare – per non spegnersi.
L’incontro con Hermione sa tanto di sogno rubato alla notte, un fugace frammento in un Mondo indefinito che non è quello di Grimmauld Place n.12, ma una specie di sovramondo – o sottomondo – che vive solo di notte: è vero che di notte tutto sembra più intimo e i rumori si intensificano e le cose si avvicinano; una casa vissuta come quella dei Black, non poteva che rivivere in quelle circostanze. Il fatto che Hermione lo enti, quando non c’è Sirius, è un bellissimo pensiero: Sirius è come se… prosciugasse la vita, togliesse la poca aria rimasta, di cui a bisogno, come se la sola sua presenza opprimesse l’atmosfera. E lui è sempre là, fisicamente, ma non c’è – non sempre: Sirius appare e scompare come mal sintonizzato, vive come “altro” nella sua stessa abitazione, tra le pareti che non sono più sue dal momento stesso in cui ci è ritornato dopo Azkaban.
Posso fare un copia-incolla? (Sì, mi rispondo da sola):
«E la notte passò, mentre Hermione si sentiva pesante sui suoi piedi scalzi e lui rimaneva seduto e stanco; la notte passò e il suo andar via portò la luce del giorno. Allora Sirius alzò gli occhi grigi per la prima volta e la vide, la vide senza pudore, e tremò di fronte alla sua luce.
Hermione, con le mani congiunte in una stretta dolente, era illuminata dal sole mattutino e lo fissava senza poterlo scorgere: Sirius appariva in controluce, col volto scuro e inconoscibile; di lui si potevano intravedere soltanto i capelli neri macchiati di grigio – colore che la prigionia gli aveva reso.
«Che fai?», le domandò.
«Sto. Sto e ora vado via», borbottò Hermione, socchiudendo gli occhi bruni e riuscendo finalmente a sfuggire via. Sentiva la propria pelle scottare, quella pelle toccata dalla luce e dalla stoffa leggera della camicia da notte; era un minuscolo essere insignificante, per lui, una stupida scintilla di vita che non sapeva nemmeno brillare».
Questo pezzo è straordinario. Davvero.
Sirius che vede Hermione, la vede e non è un verbo scelto a caso: lei che è vita, la vita che prepotentemente gli balza agli occhi – giovane, fresca, viva – per lui che è solo un ricordo.
E lei che, nella stessa stanza nello stesso momento, non riesce invece a vederlo: intravede qualcosa, qualcosa di oscuro, ma il resto è luce pallida e fioca.
Lei si sente insignificante perché lui è grande, grande nella natura stessa che incarna: Sirius è come un antica reliquia davanti alla quale ricordare, ammirare e sognare tempi antichi, una reliquia polverosa, un tempo magnifica e che splende cupamente. Hermione è affascinata, certo, ma è anche vibrante di emozioni contrastanti: lui è un po’ come se fosse un libro antico (misterioso, delicato, forte alle intemperie, polveroso, dimenticato, vissuto).
Però usi la parola “scintilla di vita”. E questo è tanto, persino troppo, per Sirius.
E’ un'altra volta notte e Hermione e lì, di nuovo, che si perde.
E’ dannatamente vero quello che dici dei libri, delle parole che stanno lì – nero su bianco – nascondendo sempre altro, Sirius si rende invisibile perché lo è, dopotutto; essere fatto di carne e sangue non basta per essere visti, ma lei lo fa; riesce a vederlo perché vede quello che Sirius è stato, e quindi quello che Sirius è (perché lui è solo passato, in fondo).
Il piccolo paragone con Ginny è spiazzante “satolla di luce e di sole” è una frase fantastica, perché le proietta in due Mondi talmente lontani, che c’è da chiedersi de realmente riescano a comprendersi.
Il pezzo successivo su Harry è quello che amo di più (qui, il rapporto con Harry è descritto in modo da levare il fiato, davvero):
«Era il giovane figlio dei suoi amici defunti che sapeva idolatrarlo come lei non riusciva e che non chiedeva mai più del dovuto, non notava mai la stanchezza del padrino, perfetto e unico tramite per il suo passato. Non era scomodo, Harry».
Qui mi sono bloccata a pensare, dico sul serio. XD
Harry non vede, questo è abbastanza ovvio. Harry che tende a estrapolare le persone dalla loro storia, persino dalla loro natura, per proiettarle in una sua visione senza spazio, tempo, né Storia; lo ha fatto con Silente, lo ha fatto con Sirius.
Sirius è l’unica voce di un passato che lui non ha potuto conoscere e che, quindi, non ha potuto giudicare. Si tende spesso a rendere grandi cose che magari non lo erano affatto. Lo fa anche la Storia.
E Harry, con i Marauders, lo ha fatto: i suoi genitori probabilmente non erano esseri perfetti, tuttavia nella sua mente vi si è costruita una Leggenda – tutt’intorno – una Leggenda che loro possono reggere perché sono solo ricordo, perché non hanno il tempo per mostrare qualcosa di diverso.
Peter e Remus non hanno avuto tutto questo, ma Peter e Remus sono entrati nella vita di Harry in modo diverso e lui capisce e comprende che il loro tramite con il suo glorioso passato è più flebile. Ma Sirius… Sirius è la “cavia” perfetta, è la cosa più vicina a quel Mondo Mitologico, è vero ed è reale. Harry vede solo questo, vuole vedere solo questo, non sa che è un altro Spirito già lontano dalla vita.
« Lui non la vide nella notte, non la vide andarsene; eppure gli mancò».
Come fa a non mancarti? La luce, intendo. Bella, bella frase.
Altro pezzo fantastico.
Sirius con gli occhi pieni di vita non sua. E’ un po’ come se vivesse per Harry, no? O piuttosto: è come se vivesse per tramandare qualcosa, per saldare quella catena spezzata in modo così improvviso e crudele, per poi sparire. E’ davvero vento di passato che viene a riempire un otre (Harry xD), a lasciarci odori, profumi e voci per poi tornare indietro – alla terra a cui è indissolubilmente legato.
Ricordo che scrissi un cosa su argomento simile, tra Sirius e Remus: Sirius è il passato, semplicemente, ma la cosa peggiore è che non esiste nel presente, né nel futuro.
Effettivamente ci pensavo l’altro giorno: riusciresti a pensare un futuro abbastanza… vero per lui?
Io credo non sia possibile; per uno già morto dentro, la ripresa non credo sia contemplata.
Hai ragione, il problema non è l’età, forse non sono neanche gli anni bevuti prima che lei vivesse, ma è proprio il buio che Sirius vede davanti a sé, o magari lui davanti a sé rivede il passato come in un cerchio – chissà. Comunque Hermione vive troppo, respira troppo, occupa troppo spazio, beve troppo, sogna troppo per lui.
La fine è perfetta, ritagliata perfettamente in tutto il quadro che hai ricreato.
Quella che descrivi è proprio la stessa identica sensazione che ho avuto io: Sembrava lasciarsi indietro ogni zavorra, a poco a poco, in modo di potersi librare in volo e sfuggire via, verso la cinerea morte.
L’ho pensato anch’io, prima di leggere proprio queste parole: Sirius ha un Mondo intero da dispensare ad Harry o a chiunque altro, ha storia su storie che gli si aggrappano addosso o che sfuggono o che strabordano e scivolano semplicemente da lui. Quando racconta, è come se una parte di lui partisse con loro – quindi sparisce, per un po’.
E quella storia, quella, è per lei. Solo per lei, per una volta.
O forse no, forse è solo una storia troppo pesante che cerava una luce più forte da succhiare e Hermione era lì, pronta per lui.
Dopotutto non importa.
Entrambi cercavano altro, forse solo uno spiraglio di qualcosa che non avevano mai visto, forse una speranza di appartenere a qualcos’altro.
Entrambi ricordi di Mondi che non gli appartengono.
E’ molto, molto evocativa questa cosa.
Sirius fa male, per lei, è doloroso e pericoloso e soffocante come il buio, strisciante e profondo.
Tuttavia anche lei fa male, a modo suo, brucia e brucia troppo per lui.
Cavolo Gà, questa credo sia una delle cose più belle che abbia mai letto. E dico sul serio.
Mi dispiace se magari questa non è il commento che ti aspettavi, ma non so esprimermi del tutto. Sappi che ho sentito molto, molto di più (e che sono una capra a spiegarlo xD)
Bellissimo ♥
(E l’accenno SiriusLily! Volevo forse uccidermi?!)
Ti odio.
No, ok non è vero ma diciamo di sì – per i prossimi dieci minuti.
Ho riletto il commento ieri e non l'ho modificato, se ci sono frasi compromettenti, brh, è colpa tua ù.ù
Luv.
(Oddio, la nostra founder mi ucciderà!xD) (Recensione modificata il 26/05/2010 - 12:37 am) |