Mi sono imbattuta per caso in queste prime due drabble della tua raccolta e, ad un primo impatto, mi sono sembrate molto interessanti, nel loro concentrare in 100 parole - in uno spazio quindi piccolissimo - qualcosa di immenso come l'amore.
Eppure, ad una seconda lettura, mi è sembrato che mancasse un attimo di trasporto - e non intendo le vuote frasi di quello che adesso si definisce romanticismo, quando invece non lo è... per intenderci (e faccio riferimento alla tua introduzione), io non reputo romantiche frasi come "sei quello che cercavo da anni"... sono semplicemente frasi vuote trite e ritrite, quindi ben venga il fatto che tu non le usi -, ma semplicemente un tocco, una semplice parola che, soprattutto nella prima drabble, riesca a far entrare il lettore nelle parole, ben scritte - hai un ottimo stile - e profonde - non sono idee buttate a caso - che hai messo nero su bianco. E devo dire anche che già dalla seconda drabble questo "trasporto" - nel senso di trasportare il lettore in quello che vuoi esprimere. Non sono una lettrice che cerca la commozione o l'essere catapultata nei sentimenti dei personaggi di cui legge - appare. Quindi, magari è una tua scelta puramente stilistica e contenutistica.
Della seconda drabble ho apprezzato molto la definita indefinitezza della situazione. Abbiamo dei nomi, una situazione. Ma non sappiamo nulla d'altro, se non che Alaine ha perso il dono di Mark, e quindi Mark, in maniera definitiva. Ed ecco che è proprio nei singhiozzi di Alaine che emerge quel "trasporto" di cui parlo prima, in cui il lettore entra veramente nel concetto che vuoi esprimere.
Concludo questa lunga recensione, facendoti due appunti.
Il primo è puramente formale. Deu è scorretto, perché in francese due si scrive Deux (probabilmente è una svista).
Il secondo riguarda la tua introduzione. Tu dici che la tua raccolta non vuole essere un inno al romanticismo. Ed hai più che ragione se intendi il termine nel modo in cui è stato deprivato oggi... quindi il "romanticismo" delle frasi vuote di cui parlavo poco sopra. Ma se si intende il romanticismo inteso come il movimento letterario che si situa tra fine settecento e primi decenni dell'ottocento, allora le tue drabble ci stanno benissimo. Magari non avranno la carica estrema di certe figure romantiche, ma i concetti che esprimi (nella prima drabble la differenza tra eccesso d'amore e perdita d'amore... tra overdose (ovvio all'epoca ci si esprimeva in altri termini) e crepacuore. Nella seconda la perdita del dono della persona amata morta... ecco questi sono concetti romantici, ma del romanticismo letterario e artistico, non di quello che oggi si intende come romanticismo).
Ti chiedo di perdonarmi per questa ultima postilla - perché qui si va veramente nel campo dell'interpretazione e dell'opinabile -, ma come amante del romanticismo letterario (e sia ben chiaro solo quello), non sono riuscita a tacere.
Per il resto, concludo - e concludo veramente questa volta- facendoti i complimenti per due drabble che, pur con tutto quello che ho detto, ho apprezzato per la loro scrittura nitida e chiara. Una piccola parola che trasportasse ancora più nel concetto avrebbe reso, soprattutto la prima ancora più centrata. Ma anche questa è solo un'opinione, naturalmente.
E di sicuro hai avuto un certo coraggio a voler parlare dell'amore, in maniera così "asciutta" (ribadisco che per me il trasporto è trasporto nel concetto, non voglia di commuoversi o altro) e lontana dagli stereotipi attuali.
Brava! |