Questa favola è di una dolcezza infinita, davvero. Sono rimasto quasi commosso dalla bontà e dalla vivida consapevolezza della realtà di questo piccolo, gentilissimo Luigino, costretto dalla povertà a vivere una vita tanto diversa da quella a cui siamo abituati.
Certo, di norma non sopporto che mi venga rinfacciata la mia fortuna di ragazzo occidentale benestante, ma in questo caso ciò che colpisce non è il non-detto, che impone una riflessione su questo tema e sulla ricerca della vera felicità (tema indubbiamente importante e profondo), ma proprio la vicenda in sè.
La trama, pur nella sua grande semplicità, è infatti portata avanti con cognizione di causa, grazia ed eleganza: c'è persino un pizzico di suspense, nell'attesa di scoprire cosa mai sia successo al bimbo per farlo comportare così birichinamente tutto in una volta.
Ma è proprio la frase finale quella che delizia il palato del lettore, avvolgendolo in una dolcissima mousse di panna: il bimbo che, pur così piccolo, capisce i problemi e le necessità impellenti della famiglia, e riesce a rifiutare un premio egoistico per ottenerne uno più grande e collettivo.
Lo stile, poi, è assolutamente azzeccato: semplice ma preciso, delicato ed etereo, calmo e formalmente impeccabile.
Insomma, i miei complimenti per questo piccolo, elegantissimo e adorabile scritto.

Adoro profondamente questa tua favola. L'ambientazione resa splendidamente, sembra davvero di trovarsi in una antica casa contadina e vedere il grande camino e sentire il freddo delle mura di pietra e il calore della paglia e dei sentimenti. Luigino è ormai l'uomo di casa e lo dimostra splendidamente. Una favola, perdonami, favolosa. L'adoro.

*_* ma quanto è carinah!
Ho adorato l'ambientazione, che è stata resa benissimo, con un linguaggio in perfetto stile fiabesco. La Befanina era troppo puccia :3 ed il bambino tenerissimo. *w*
Bellissima la morale. *_*
Complimentissimi, tessò *w*