Recensioni per
La sconfitta di un uomo
di Bel Riose

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/06/10, ore 14:46

Ho trovato davvero molto interessante questo lavoro d’introspezione su una delle figure più importanti (e sfortunati) della storia di Bisanzio, Giovanni V Paleologo ebbe una vita molto dolorosa, sia dal punto di visto personale che da quello più prettamente di uomo di stato, il suo regno fu colpito da gravi rovesci, come guerre civili (in realtà cominciate già con suo padre Andronico III che aveva lottato a lungo contro il suo omonimo avo, ma continuarono a causa dell’usurpazione di quello che era stato uno dei migliori amici e collaboratori del padre, ovvero Giovanni Cantacuzeno, tra la fazione legittimista raccoltasi intorno alla reggente Anna di Savoia ed appunto il pretendente al trono, che amava rappresentarsi come vero paladino degli interessi bizantini contro la sua nemica che era una “latina”, appartenente ad un gruppo che, soprattutto il popolo e gli ecclesiastici, non amavano particolarmente), la nascita della potenza turca (che in pochi anni avevano completamente soppiantato la presenza bizantina in Asia minore, tranne poche enclavi come Filadelfia, per la cui conquista il sultano volle farsi accompagnare da truppe bizantine) e che per la prima volta sotto il suo regno sbarcò in Europa (a quel tempo certo la capitale era ancora ben difesa e non correva pericoli, però certo era un pessimo monito per il presente) il breve sorgere e tramontate della figura dello zar serbo Stefano Uros IV Dusan (la storia non si fa con i se, ma se una prematura morte non l’avesse troppo presto fatto uscire di scena probabilmente la storia dei Balcani sarebbe stata diversa), le continue usurpazioni (come quelle di Andronico IV e Giovanni VII) che uno storico dell’epoca criticava perché a suo dire si lottava per quello che era uno spettro di potere più che un’effettiva sovranità. Il periodo di Giovanni V è soprattutto quello che vede il definitivo declino come potenza di Bisanzio, quello che all’inizio del suo regno era uno stato ormai di ridotte dimensioni ma con ancora un suo ruolo, alla fine si ridurrà a quelle che sarà la sua estensione media fino alla fine, ovvero Costantinopoli e i suoi immediati sobborghi, la Morea, qualche città sulle coste del Mar di Marmara, poche isole, cercò anche l’aiuto dell’Occidente, ma purtroppo esso non venne, a quell’epoca non sembravano i turchi una gran minaccia, e semmai erano visti come il giusto castigo per i bizantini che erano scismatici, purtroppo per costoro e la loro miopia politica, non aiutare Bisanzio volle dire trovarsi gli ottomani alle porte di Vienna, ma questa è un’altra storia.
Ma oltre a questo, mi ha interessato di questa one-shot soprattutto la figura umana del Basileus, di un uomo che piegato dalle troppe sconfitte, non desidera altro che la fine, vista come liberazione dalle ambasce di una esistenza che gli ha portato solo dolori (dei quali non si sente responsabile, in quanto lui si vede come una persona che ha sempre cercato il meglio per il proprio popolo, però da ogni suo tentativo in tal senso si concludeva con un fallimento), in effetti, quello che è detto nel testo è vero, ha sopportato molto, forse troppo nella sua esistenza, pure, una traccia di orgoglio c’è ancora, quello di chi comunque ha cercato di fare il possibile per il proprio paese, anche se la sorte (o chi per essa) gli è stata nemica.
In conclusione: complimenti davvero, per quel che può valere la mia opinione.