Ciao!
Ho appena letto la tua storia.
E ci ho messo tanto. Perché è lunga, ma più che altro perché è un grosso, inquietante muro di testo. Magari l’impaginazione del sito non aiuta, o magari è colpa della risoluzione del mio computer, ma ho fatto davvero fatica. Comunque, secondo me i problemi sono altri… E un po’ mi sembra che tu stessa li abbia ammessi a fine storia.
La storia è scritta molto bene. Da un punto di vista grammaticale è impeccabile. Tuttavia… è tremenda. Davvero, mi spiace risultare così acida e stizzosa, ma è di lettura difficilissima. Apprezzo molto chi scrive con stile, inserendo aggettivi “sfiziosi” qua e là, perché contribuiscono a dare un ritmo e una specie di ironia alla storia che rende piacevole anche la mattonata più pesante del mondo.
Ma nella tua storia il 95% dei sostantivi è dotato di un aggettivo “sfizioso”. E la cosa non solo rende poco efficace l’effetto, ma rende addirittura più macchinosa e difficile la lettura. Le frasi sono lunghe, ma quello che le appesantisce di più non è tanto la lunghezza, ma l’invasione di dettagli (che nel complesso diventano inutili) che soffoca il lettore.
E che ti fa perdere di vista completamente l’azione principale.
E la cosa è un gran dispiacere: c’erano certi punti (specialmente all’inizio, nella prima parte) che davvero sarebbero stati brillanti, se non fossero stati messi insieme a tante altre cose luccicose, creando solo fastidio a chi guarda.
Ho dovuto rileggere con attenzione per accorgermi che Costanza, all’inizio, è una bambina (in seguito diventa palese, ma per i primi paragrafi non lo è). Non solo i suoi pensieri non sono affatto infantili, ma ricorda il parco giochi con una malinconia e una nostalgia che convince il lettore a pensare che siano passati molti anni dall’ultima volta in cui è stata in quel posto. E invece quanto sarà passato? Uno, due anni? Un bambino non ricorda in modo così malinconico qualcosa che è così vicino nel tempo…
Ma permettimi di insistere sul fatto che non penso che la tua storia sia “scritta male”. Paradossalmente il commento potrebbe essere che è scritta… troppo bene. Come se ci fosse una corsa alla perfezione che si lascia alle spalle il piacere della lettura e della storia.
O che si lascia alle spalle la canzone originale. A me spiace dirlo, perché mi sento sempre una rompiscatole tremenda quando commento cose che non mi sono piaciute, ma io non riesco a capire cosa c’entri la canzone con la tua storia – se non per la forzata conclusione.
“I won’t say I’m in love” io l’ho sempre interpretato come un non voler ammettere a se stessi un turbinio e una carica di emozioni che sono invece palesemente visibili al resto del mondo. E così alla fine, almeno, non dirò ad alta voce di essere innamorata. Ma lo sono. Il discorso di Costanza sembra invece essere “ah non lo dirò a nessuno”. Ma non vedo tutti questi sentimenti, in tutta sincerità… Tutto il tempo speso a parlare del primo incontro, delle superiori… Mi sembra messo lì in maniera sterile. O meglio, costruisce la base verso la professione di investigatrice di Costanza, ma anche sotto questo aspetto mi sembra “abbozzato” e non sfruttato completamente. Senza contare che comunque, la cosa in sé, continua a non essere in accordo con la canzone. Il titolo non lo capisco, voglio dire, so che è un estratto della canzone che hai scelto, però non ho ritrovato tutto questo cliché nella storia. Intendevi forse il fatto che la protagonista è innamorata del suo amico che però è gay? Potrebbe essere un cliché ma, dopotutto, nella tua storia accenni alla questione solo alla fine e non si può di certo dire che la gelosia di Costanza sia il tema centrale di quanto hai scritto.
Forse dipende dal fatto che l'ho letta come una storia singola, senza conoscere la versione lunga di cui questa potrebbe essere come una specie di flashback , e quindi potrei essermi persa in questo modo alcuni passaggi importanti per capire quello che volevi dire fino in fondo. Però davvero non posso esimermi dal dire che una storia scritta in questo modo rischia di sembrare più uno sfoggio del vocabolario che della trama. Ogni sostantivo ha uno ( se non due) aggettivi, sfoltendoli un po' sono certa che non perderesti l'efficacia della descrizione, ma ne guadagneresti in scorrevolezza della lettura.
Spero di non essere stata troppo pesante, ma credo che, date le tue evidenti proprietà di linguaggio e conoscenze della grammatica italiana, non sia necessario altro che suggerirti di ripulire un po' di barocco per semplificare e alleggerire la lettura.
A rileggerci presto ( anche se forse tu spererai di no, ma io spero di no, dai ^^)
Columbine |