Questa storia ha partecipato al contest progetto Cinema -Seconda edizone- [verisone pellicole edite] indetto da Erena sul forum di efp.
Decima classificata: Xshadeshinra/Indiana Jones
Recensione.
Molto, molto interessante.
Non sapevo niente del metodo Molossi, e la tua fiction è stata davvero, davvero interessante. Io ero rimasta al Braille e al Morse.
La vicenda in sé e per sé è molto semplice: una ragazza si trova in quella grande minestra che è una stazione ferroviaria e, prevedibilmente, il treno ritarda e lei deve prenderne un altro. Una situazione classica che di più non si può, ma allo stesso tempo punto di partenza per mille diverse situazioni.
I personaggi sono molto carini, non molto caratterizzati forse, ma allo stesso tempo piuttosto… non so come dire… presenti, ecco. Forse perché sono abbastanza comuni, anche per il loro carattere. Non fanno nulla di così particolare che potrebbe far nascere dubbi nel lettore circa il loro comportamento. Si muovono esattamente come agirebbe una buona fetta della popolazione mondiale. Forse leggermente piatti, forse un po’ stereotipati. Forse l’unico punto che non tanto mi ha convinta è stata la troppa facilità con la quale i due ragazzi hanno cominciato a parlare con la protagonista: d’accordo, era abbastanza evidente che la protagonista provava curiosità verso loro, ma l’incontro tra questi due mondi differenti avviene troppo in fretta. In maniera blanda. Forse sarebbe stato il caso di approfondire meglio la parte che da' inizio al confronto tra i due mondi, non so. Però è un mio parere personale.
Come ti ho detto non c’è una così grande introspezione, sappiamo dei personaggi solo quel tanto che basta per far proseguire la vicenda, ma sembrano comunque reali. E non parlo solo perché c’è una triste storia dietro.
Insomma, questa è una vera e propria storia-esempio dello slice of life: capita a tutti di dover cambiare treno, capita a tutti di trovarsi fronte ad una coppia che ha prenotato proprio il posto di fianco al tuo, capita a tutti di scambiare qualche parola con i compagni di viaggio… non capita tutti i giorni, però, una coppia del genere. Non capita tutti i giorni di scoprire un modo per rendere tutte le persone uguali tramite la comunicazione. Soprattutto, non capita tutti i giorni di poter imparare qualcosa di così particolare. Sono quasi invidiosa della protagonista!
Ma la cosa più bella di questa fiction, a parte il metodo Molossi che davvero mi ha colpita tanto, è che è una storia plausibile. Insomma, davvero hai trovato un modo per il quale una cieca ed un sordomuto possano comunicare tra loro. Per meglio dire l’ha trovato Molossi, ma tu l’hai calato perfettamente in una situazione apparentemente piatta e tranquilla come quella dell’inizio.
La storia è pervasa davvero di un grande messaggio di uguaglianza, almeno questo è quello che ho inteso io, nonostante come protagonisti abbiamo sordomuti e ciechi. Eppure quello che voglio dire è che questa differenza non si sente: parlano e guardano anche se fisicamente non possono, sono l’una le orecchie e l’altro gli occhi. Si completano a vicenda, e sinceramente funzionano tra loro talmente bene che sembra quasi di non trovarsi più di fronte a dei ragazzi con handicap. Bello, mi piace questo pensiero.
Insomma, questa è una piccola perla che ci mostra come nella vita di tutti i giorni si possano incontrare delle persone forse più sfortunate ma straordinarie che possono insegnarci qualcosa di bello e nuovo.
Ultimo appunto: talvolta hai scritto metodo Malossi piuttosto che Molossi. Attenta, che io stessa ho dovuto cercare su internet per vedere quale versione fosse quella giusta.
Complimenti per la bella idea! Non è da tutti narrare di simili tematiche, ma tu l’hai fatto con estrema naturalezza.
Dovresti sentirti orgogliosa, davvero.
Premio Learn
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