Recensioni per
L'ultima pagina del mio libro
di Parsifal

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
06/01/13, ore 21:51

Leggendo questa fic pensavo "avrei potuto scrivere qualcosa del genere" e "mi sarebbe piaciuto averla scritta io", perchè - per una serie di motivi legati al mio lavoro - mi trovo spesso a riflettere sui grandi temi che sono sottesi a essa, sotto l'apparenza del poliziesco o della crime story: la vita solitaria e disperata dei carcerati (bella l'immagine del ragno pronto a ghermire), il castigo di Dio e quello degli uomini, la possibilità del perdono (di Dio e degli uomini), l'invincibile forza della vita, che consente di immaginare una speranza anche nell'oscurità più fitta.
Vincente anche l'idea di raccontare la storia con i diversi punti di vista dei personaggi, quasi come se ciascuno apponesse la propria personale tessera nel mosaico che alla fine si ricompone, svelandoci i retroscena del dramma. E poi gli interrogativi di fondo: basta un'infanzia traumatizzante per giustificare un'esistenza sbandata? O magari più che giustificare, può al massimo spiegare l'indifferenza verso il male altrui, l'inaridimento del cuore?
E ancora: se è vero che ogni cosa accade per una ragione, il padre doveva essere ucciso per salvare l'anima di un peccatore, un pò come Cristo sulla croce?
Alla fine, se questa era la "via del Signore", il miracolo può dirsi compiuto: Mark sceglie di farsi catturare, pur sapendo che morirà (e forse anzi desiderandolo), magari non cerca il perdono, ma il suo ultimo respiro è d'amore e non di odio, di speranza e non di disperazione. E ritenere che questo abbia potuto aiutare il figlio dell'uomo che ha ucciso a voltare pagina è un pensiero bellissimo, consolante e commovente, perchè ci fa credere che veramente tutto si ricompone e le cose posseggono un senso più alto di noi, che prescinde da noi e al quale possiamo abbandonarci (anzi, affidarci).
E al gesto di Mark corrisponde quello del ragazzo, che alla fine sceglie di non assistere all'esecuzione, facendo prevalere la pietà umana sul desiderio di vendetta; qui ci ho letto anche una condanna tra le righe della pena di morte, con la sua inutilità sociale e la sua follia etica, che non posso non condividere.
Insomma, tra quelle che mi avevi indicato ho scelto di partire da questa perchè, fin dal titolo, l'ho sentita molto "mia" e ti ringrazio di avermi fatto leggere un racconto così intenso.
Alla prossima.

Recensore Junior
20/06/10, ore 15:17

Questa storia è emotivamente coinvolgente ma non per la prima parte che fa capire che tipo è il killer, nemmeno tanto la parte della vittima sopravvissuta. è commovente l'ultima parte, quando il killer riflette su ciò che non gli tornava, sul perché aveva risparmiato proprio quel ragazzo e si era fatto prendere. Poi quando ricorda è sconvolgente, si rimane agghiacciati a leggere quello che ha passato. poi è normale che abbia dimenticato ma comunque inconsciamente tutto quello ha lavorato in sé facendolo diventare tutto quello. Alla fine la mente nel cercare di proteggere la persona dalle cose atroci che vive, finisce per fare anche peggio... ricordare gli avrebbe dato la possibilità di farsi aiutare da allora, curarsi ed evitare poi tutto quello. Ma la mente umana è imprevedibile. Il finale poi è molto bello, con quei dati oggettivi e freddi che ti penetrano e ti fanno pensare che sia davvero reale... chissà che non lo sia! Bel lavoro. Baci Akane