Recensioni per
L’austriaco n’parla, te se simpatico come ‘na rasagnolata su la capoccia e io penso che vo a fa come l’por Baglioni.
di Akrois

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
27/05/13, ore 19:09
Cap. 1:

Sono arrivata qui per le vie misteriose e strane di EFP. Partiamo dalle quattro cose che mi hanno fatta fermare con la bocca un po' storta da una parte:
1) Quel "Austriaco!" scritto in grassetto, quando sarebbe bastato lasciarlo scritto normale, così, con quella punteggiatura accanto a ricordare lo strillo;
2) "Farò finta che sia un “grazie, accetto il tuo aiuto” Niente di sbagliato in questa frase, ma proprio non era all'altezza del dialogo che aveva sopra, sotto, intorno, sapeva un po' di forzato e innaturale.
3) "- Guarda che n’me chiamo Ardito, io. Me chiamo Lodovico Alunni, primo maresciallo del 30° Arditi!- esclama Lodovico indicandosi con una mano ed afferrando il formaggio – E neanche io mi chiamo Bersagliere. Sono Gianmaria Vinti, tenente del 27°Bersaglieri. E quello là- indica l’austriaco tutto proteso verso il fuocherello acceso con i pezzi di uno sgabello e un po’ di carta – Si chiama Florian. Non sono riuscito a capire altro.": E questa è proprio una sciocchezza, ma non hai mandato a capo quel "E neanche io mi chiamo Bersagliere", per cui il lettore arriva lì e si perde.
4) "In fondo lo sapeva che sarebbe stato un male dire ai due che lui l’italiano lo capisce." Qui, quel "l'italiano" credo vada tra virgole, come un'incisiva: stai usando una frase con spostamento a sinistra (a destra...? a sinistra, va, me li perdo sempre, ma questo dovrebbe essere a sinistra) e ci dev'essere una virgola, in mezzo, per non rendere quel "l'italiano" e il "lo" che lo segue una ripetizione. Sottolineo il "credo" perché le virgole sono sempre un'allegra problematica e le regole in proposito sono varie, molteplici e sfortunatamente cangianti.

Avendo messo tutto questo da una parte (che poi non aveva molta importanza, ma ho sempre pensato che i commenti servissero anche a questo, a tutti i piccoli dettagli che aiutano a rendere una storia perfetta): la tua è una storia bella, ma così bella che l'ho letta malgrado io non legga storie italiane su EFP (salvo rarissime eccezioni) da più di un anno, bella e dolce e malinconica, tutta giocata sui dialoghi, gli accenti e le lingue, su queste scene minuscole come frammenti che costruiscono una storia molto più grande. Sei riuscita a dare quel tocco di disperata tristezza che serviva a rendere il gusto della guerra, della morte, ma senza cadere mai nel patetismo, con uno stile leggero, semplice, privo di inutili infiorettature ma, al tempo stesso, delicatamente descrittivo.
Bella. Non so bene cos'altro dire in proposito, se non... bella. Fino all'ultimo momento avevo sperato che si salvassero tutti. Davvero.

Recensore Junior
16/07/10, ore 10:45
Cap. 1:

Non so spiegare esattamente quanto o quale parte di questa storia mi sia piaciuta di più; sappi però che mi ha fatta emozionare, benché di un'emozione triste, quasi nostalgica. L'ho trovata incredibilmente reale, quasi fosse più la scena di un film che una fanfiction vergata in pagina web. Le parole, i gesti, tutto ha un sapore talmente genuino che non ho potuto fare a meno di provare brividi e commuovermi per questi tre personaggi, che saranno anche fittizi, ma che rappresentano una realtà che per altri uomini, in altri tempi, è esistita davvero. Più che una storia, insomma, è stata un tuffo al cuore. Splendida, delicata ma anche un po' forte, con tre persone diverse - nemici per volere di qualcun'altro, amici un po' perché bisogna sopravvivere, un po' perché il calore serve anche all'anima. Li ho apprezzati molto tutti e tre, sia Lodovico - che mi ha fatto tanta tenerezza e che, in certi punti, mi ha ricordato quasi il buon vecchio padre di famiglia -, sia Gianmaria - pratico ma anche un po' fragile, anche se coraggioso -, sia Florian nei cui pensieri non si entra che alla fine. Mi ritrovo a sperare che riesca davvero a tornare a casa, e che un giorno, a guerra finita, possa trovare i destinatari di lettere e fotografie che ha custodito e custodirà.
Veramente bella.