Grammatica: 9,7/10 punti
Stile: 8/10 punti
Originalità: 8/10 punti
Trama e suo svolgimento: 8/10 punti
IC personaggi: 8,2/10 punti
Attinenza al tema dato: 8,2/10 punti
Gradimento personale: 1,8/5 punti
Totale: 51,9/65 punti
A parte qualche lieve imprecisione grammaticale (“Non si voltò quando sentì un brivido lungo la nuca.
Non si voltò quando l'ultima eco di un ululato si perse nella notte immobile.”; ho notato che, nella sequenza analoga, avevi inserito la virgola dopo il verbo, mentre qui non l’hai fatto. Non è solo questo, ma sarebbe meglio separare una proposizione temporale con un segno di interpunzione. Altro appunto: “I demoni inferiori non dovevano nemmeno pensare di potervisi avvicinare. La feccia poteva solo sperare di restare un altro giorno a sguazzare nel fango.”; tra le due frasi avrei inserito i due punti, in quanto la seconda frase è la spiegazione della prima) e la ripetizione eccessiva di “gradini” non ho nulla da segnalarti.
Nulla da ridire sullo stile, semplice, netto e pulito, in grado di sciorinare con leggerezza una trama che, benché non originalissima, è forte di un’attinenza alla trama molto buona con il continuo riferirsi agli scalini, alla salita e al distacco tra chi si trova in cima alla gradinata e chi non può nemmeno sperare di poggiare il proprio piede sulle pietre dei dominatori.
La cosa che più mi è piaciuta della tua fic è la trattazione dei personaggi: l’introspezione non è onnipresente, tuttavia è maneggiata con abilità: personalmente ho adorato come la donna rimanga sempre inavvicinabile, perfino con il figlio, così come si addice al suo rango elevato, e come Sesshomaru appaia sempre consapevole, ma mai coinvolto in quello che accade accanto a lui, preludio del suo carattere maturo.
Giudizio personale: “Il viso alabastrino non mostrava alcuna espressione, se non la studiata noia che soleva vestire sempre.”, ecco, questo è uno dei passi che, come ti ho detto prima, mi hanno fatto enormemente apprezzare il modo in cui presenti i personaggi: è molto affascinante l’idea di una noia che può essere “indossata” come un abito elegante.
“Sesshomaru poteva fare l'impassibile quanto voleva, ma era da lei che aveva appreso – seppur involontariamente – l'arte di nascondere le emozioni dietro una facciata di noncuranza. Non le fu difficile comprendere dunque i sentimenti del figlio.”; anche questo punto mi è incredibilmente piaciuto: nonostante l’impassibilità, è pur sempre sua madre, e, come tale, conosce ogni movimento del proprio figlio.
“E ora non c'era più una schiena da raggiungere.
Valeva ancora la pena continuare a salirli, quei gradini?”; non so davvero che aggiungere se non: meraviglioso. Un finale che dissemina la tensione nel dubbio, annodando la gola per la visione di un futuro incerto ancora nascosto dalle nuvole; un Sesshomaru dubbioso, incerto se sia vantaggioso oppure no proseguire la via percorsa dal padre. Brava davvero! |