Sapessi come ti capisco... in questo periodo sono buono solo a sfornare recensioni.
Hai trovato un sistema intelligente di sfogare la tua creatività, con immagini vivide e folgoranti, con parole pesate e messe al posto giusto con attenzione, creando una poesia vera, capace di imprimersi nella mente e nel cuore del lettore.
Davvero bella e intelligente.
Complimenti.

Interessante, questa tua poesia. Interessante lo scrivere del non scrivere, cosa che anche io ho fatto, ottenendo risultati, a mio parere, meno buoni del tuo e, sicuramente, meno musicali.
Mi è piaciuta molto questa tua poesia, soprattutto perchè, nonostante tu dichiari di non riuscire a scrivere, riesci a farlo benissimo, utilizzando ritmo e figure retoriche in maniera ottima. Le immagini che hai evocato di vita assolutamente quotidiana accostata a parole inusuali, sono affiancate da immagini molto più metaforiche e irreali, cosa che rende la poesia molto vicina ad un sogno. Un sogno di scrittura; assai azzeccato, dato l'ora in cui dichiari di aver scritto questa poesia.
Bello anche il titolo, bella l'idea di essere dipendenti dalle parole, sicuramente molto vicina a noi scrittori in erba, che, probabilmente, siamo coloro che più al mondo sentono il bisogno di parole per poter continuare a vivere.
Brava, mi è piaciuta.
A presto.

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Come ti capisco. E come l'hai spiegato bene, il famigerato blocco!
Quando le cose da scrivere arrivano alle dita e lì si bloccano, non riescono ad uscire, quando avresti bisogno della catarsi che da la scrittura ma senza risultato. Se può consolarti, a me quella fase è durata un paio d'anni, ma poi mi sono ripresa per merito di uno stupido libro; la chiave può essere ovunque, inutile cercarla, la trovi per caso.
Sta di fatto che se questo è stato il tuo modo per continuare a scrivere, è un modo bellissimo. Emozionante. Pieno di immagini forti, incisive, che arrivano dove devono arrivare.
Magari domani tu ti svegliassi e scrivessi fino a svenire!

L'interpretazione di una poesia è sempre molto personale, specialmente quando è così criptica, l'autore dovrebbe spiegare le radici profonde della sua ispirazione, ma io sono del parere che le poesie non debbano essere spiegate, perchè sono istantanee di momenti che sono racchiusi in chi scrive dati da sensazioni che ci giungono alle volte accarezzandoci altre schiaffeggiandoci o graffiandoci. La tua poesia arriva come un grido, come un momento da cui prendere le distanze dove chiunque si può ritrovare. A chi non capita di gridare alle volte esasperato solo per fare sentire la propria voce, per ribadire che si esiste e il proprio diritto ad uno spazio tutto suo? Continua a scrivere e a renderci partecipi. E'sempre emozionante poterlo fare. Baci. Glance.
(Recensione modificata il 06/09/2010 - 05:28 pm)

Allora... sinceramente io di poesia ne capisco be poco quindi non posso esprimere un giudizio sensato. Per quel poco che posso dire, però, l'ho trovata molto ben scritta. Il titolo mi piace un casino: originale e ironico...bello! Le frasi sono molto elaborate, piene di parole ricercate e soprattutto evocative: suoni, immagini, colori... tutto riesce a trasportare il lettore nel tuo mondo, che sicuramente in questo momento è fatto di emozioni contrastanti.
Mi fa sul serio tanto piacere che tu abbia ricominciato a scrivere e pubblicare. Alla prossima, baci!