sushi, ti adoro.
Questa storia è stupenda e mi ha mostrato una delle scene più belle del manga. Una scena meravigliosa, che mi ha procurato in questo momento gli occhi lucidi di commozione.
Vorrei riempire di parole questa recensione, ma non so se ci riesco, tuttavia ci provo lo stesso.
Lee è lui. E' dolcissimo nella sua commossa gratitudine, nelle sue lacrime dinanzi alle parole del suo sensei, che ha mostrato un'attenzione verso di lui superba. Ed è sempre lui nell'impetuosità del suo abbraccio, che non sa esprimere tali sentimenti. Lo adoro.
Perché anche Gai ha fatto una preferenza, ma, rispetto ad altri sensei (come Kakashi, che pure mi piace) ha mostrato una maggiore "democraticità". Perché? Semplice. Le abilità innate sono per pochi privilegiati, ma la volontà è per tutti ed è di tutti, se la possiedono. Come disse Rocky nel film Rocky Balboa "se credi di essere forte lo devi dimostrare che sei forte, perché un uomo vince solo se sa resistere." O forse ho sbagliato citazione, chissà. Ma non importa, mi ha talmente emozionata che spero mi perdonerai tali strafalcioni?
Veniamo a Gai. Tu sai che è il mio personaggio preferito. E sai anche bene che odio che sia presentato come un rimbecillito che inneggia alla giovinezza quando non serve e dovrebbe essere serio.
Ma tolto questo analizziamo come è presentato: è lui. E' lui nella sua dolcezza composta, è lui nella tenera risolutezza con cui parla a Lee, dicendogli che lui è il suo credo ninja e che se dovesse morire lo seguirebbe. Ed è lui perchè è disperato, triste, ma per Lee sacrifica volentieri ogni emozione negativa e si dona al suo allievo, pur di renderlo sereno. E gli sorride, mostrando un autocontrollo da vero samurai, cosa che Gai è. Perché per lui non esistono parole gettate al vento, ma solo una è la sua parola.
Stupenda. |
