Malfoy ha avvertito che Nott la vuole con sé, e detto fatto, Nott torna e le dice chiaro e tondo ciò che vuole. Non vuole dividerla, per cominciare.
In questo capitolo succede poco, ma è denso di introspezioni e riflessioni piuttosto importanti.
Ginny non vuole Nott, sicuramente non per sempre, ma a questo punto sceglierà la morte?
Mi chiedo se con un cliente non Mangiamorte sarebbe stato diverso.

Rieccomi, dopo un anomalo pomeriggio…sbagliato? Bah, non so come definirlo, ma ne parleremo in separata sede. Ebbene siamo già al quinto capitolo. Un capitolo di pausa, una virgola fra le emozioni forti, uno di quei capitoli che navigano dentro l’anima dei personaggi, che illustrano il ritmo cardiaco dei loro cuori. Le parole di Draco hanno lasciato un segno profondo nella nostra Ginevra. Profondo e, forse, doloroso, ma necessario. E le riassapora, mentre un melanconico ricordo si approfitta di lei, della sua debolezza. Poi la realtà, fredda apatica, fatta di pelle su pelle, di scelte senza scelta. Complicato e raffinato, elegante e confuso. Vediamo Ginny in balia di sé e di mille costellazioni diverse a ruotarle attorno, Ginny nuda e vestita di possibilità. Ginny svenduta e propria. Ginny. La tua Ginny. Ci sentiamo domani, darling. Ti voglio bene, scusa il commento incomprensibile (almeno, più incomprensibile dei precedenti… ma tu lo capirai, il resto non conta).

Purtroppo non ho fatto in tempo a recensire l'altro capitolo, ma l'ho letto e sono rimasta a bocca aperta per le parole che lasci scivolare dalla bocca di Malfoy. Un ironia e un sarcasmo intelligenti, finalmente, che non hanno il solo scopo di prendere in giro quattro sciocchi in un cortile, ma di difendersi dal mondo che fa male, e di attaccare prima di essere attaccati, evitare di ferirsi, ferendo per primi.
In questo capitolo invece, perfetto il passaggio tra sogno e ricordo e riflessione, inusuale, rispetto al classico passaggio tra presente e ricordo o sogno e risveglio senza altro di mezzo. Un passaggio che riecheggia delle voci, lasciando una sensazione di euforia e di stordimento, tipiche anche di un risveglio, brusco o meno che sia.
Quello che mi colpisce di questa Ginny, è la capacità di conoscere i propri sentimenti e le proprie sensazioni senza dover mentire fino in fondo a se stessa. Non prova alcuna vergogna nel piangere, pur concedendoselo poche volte, forse vede il pianto come una necessità che si può concedere di tanto in tanto. Mi piace molto questo aspetto.
I soliti complimenti che non sono di rito, ma meritati (se non stonasse aggiungerei un -issimi... mah, il mio Blaise esteta ogni volta coinvolge anche me o.o). Un bacio. ^^

Ecco, questo di Nott è un guaio. Per Ginny, intendo. Io, grazie anche in parte alla mia vena sadica che già si immagina terribili sofferenze, mi appassiono sempre di più a questa storia che è sempre più bella e intensa. sei veramente bravissima, ti aspettiamo a tempi brevi ^__^