Ah, che storia difficile - in senso buono ^^ - da recensire. Inizialmente, ogni qualvolta trovavo qualcosa che mi colpiva particolarmente durante la lettura mi fermavo per segnarlo su un foglio, ma poi non sono riuscita più a fermarmi e ho letteralmente divorato questa storia che, nonostante sia lunga, si legge con piacere. L'ho definita "difficile" - se mi è permesso - perché contiene talmente tanti temi, spunti, frasi da ricordare che sarà molto difficile riuscire a riunire in un'unica recensione, per di più lasciata da una persona che si lascia trasportare, letteralmente, da una storia, come me. E questa fic, davvero, ti cattura e ti trasporta, prima nella comunità ebraica di Pavia con le sue usanze e i suoi costumi, poi in Afghanistan, durante il conflitto, descrivendo tutto in modo talmente reale da riuscire a figurarselo davanti agli occhi, al posto dello schermo. Per non parlare, poi, di quanto siano in grado di catturarti i personaggi: mi sono molto piaciute le caratterizzazioni che hai dato ad ognuno, ma in particolare quella di Daniel. Hai sviluppato un carattere, una personalità davvero veritiere, analizzando cause e conseguenze. La sua crescita durante la storia, inoltre, lo rende un personaggio davvero affascinante e combattuto. La sua aspettativa, la sua sofferenza, le sue sensazioni sono descritte molto bene e ti fanno immedesimare immediatamente nella sua vita. Ho apprezzato molto anche il personaggio di Mauro, lo specchio, tanto per usare un termine pirandelliano, di Daniel, colui che l'ha risvegliato dalla sua finzione. Questa fic mi è piaciuta davvero tanto, con la sua atmosfera travagliata, sofferente, che unisce antico e moderno.
Come al solito, non sono riuscita a parlare di neppure metà delle cose che desideravo, e me ne scuso, perché questa fic merita davvero tutte le parole di questo mondo. Non posso che complimentarmi con te per aver scritto una storia tanto splendida e augurarti in bocca al lupo per il contest.
Ancora complimenti. ^^
Un bacio!