Recensioni per
I barboni di Via degli Eremitani
di AhiUnPoDiLui
Per ringraziarti della tua recensione sulla mia "Ode al cioccolato" ho deciso di fare un salto nella tua pagina. Mi ha attirato questa poesia, è splendida nonostante il retrogusto amaro che lascia in bocca. |
Davvero scorrevole, come anche le precedenti del resto. Cio' che mi piace particolarmente delle tue poesie sono le immagini che usi, inoltre sei diretto e quindi vai dritto al sodo, qualità che purtroppo io non possiedo! |
Sei tornato alla fine! Ci speravo in effetti, ogni tanto passavo per Efp e sbirciavo tra gli autori preferiti... |
A prima vista: meraviglia. Dopo un attimo: una risata. Non per la poesia ovviamente. A "seconda" vista: un'altra risata. Uguale precisazione anche per questa. A "terza" vista: incredulità. A "quarta" vista: certezza e un'altra risata. Dimmi tu quante emozioni mi hai dato ancor prima di leggere la tua poesia. Sarà stata una coincidenza ma, mentre stavo rileggendo alcune mie poesie lasciate qui ormai secoli fa, ho letto un tuo commento che mi ha molto colpito. Stavo davvero prendendo in considerazione l'idea di scriverti un'e-mail quando, le solite azioni che si ravvisano poi come scorciatoie, decido di leggere gli aggiornamenti e... cfr.supra. Davvero è un grande piacere ritrovarti qui ad Efp. La tua poesia come le altre che ho avuto la fortuna di leggere si distingue per la grande sensibilità. Il tema che hai trattato è molto bello se sono stato in grado di afferrarlo al di là del velo. Quindi provo a dare una mia interpretazione. Spero che la cosa non ti dispiaccia. All'inizio ho pensato, influenzato dal titolo, che la poesia fosse in realtà una raffigurazione fantastica di chi vive in uno stato di indigenza e che ormai è più costretto alla sopravvivenza che ad una vera libertà di vivere. Mi sono ricreduto però. Ciò non vuol dire che abbia veramente colto il significato. Alla fine ho scorto nella tua poesia uno stato di indigenza dei soggetti più profondo. Una povertà d'animo nella vita nella c.d. Città-Madre fatta di linfa gassosa e scura, dove la meccanicità è padrona e il sonno della ragione nella frenesia quotidiana uccide il sogno. Non si può dire assolutamente di esso, che sia paragonabile al divertissement pascaliano. Al contrario le farfalle non hanno ali, sono come formiche laboriose, ma non hanno negli occhi il sogno della specie, no affatto. Affogati dalla stessa linfa che producono e di cui si nutrono, queste farfalle hanno occhi pieni di fuliggine (mi pare che così hai scritto), e forse sono tanto industriose solo per se stesse. Loro annaspano perchè non hanno cognizione di quello che sono e il loro fare e il loro andare in relatà è un vagabondare (ad avercelo un libretto di istruzioni per l'uomo^^) Anche loro però hanno un rifugio: il loro bozzolo! E qui forse si spogliano e indossano anche un paio d'ali. Non abbandonano il sogno di un grande volo che forse si accende vivo al mattino, ma si spegne lentamente la sera. Allora queste stacanoviste devono ricominciare tutto daccapo e rimettere insieme i pezzi di questi sogni che insieme al sole chiudono la loro luce all'orizzonte. Sono strani questi animali che hanno perso in modo estremamente pericoloso il sano intelletto animale. Si guardano tra loro e vedono l'animale delirante, l'animale che ride, l'animale che piange, l'animale infelice. Grazie per essere tornato. Saluti Tristano |
Non avevo mai letto nulla di tuo a parte "senso poetico" ma se tutti i tuoi scritti sono così, allora è una fortuna che tu abbia deciso di tornare a pubblicare ^_- |