Ciao!
Era da un po' che questa storia era nella lista di quelle da recensire e, vuoi o non vuoi, c'è sempre stato qualche intoppo che me lo ha impedito... fino ad ora.
Dunque, che dire? La storia mi ha colpita particolarmente, l'ho trovata molto suggestiva e con punte di lirismo che mi hanno strappata un brivido o un sorriso mesto.
Il lettore vede e sente ciò che vede e sente Anko e, attraverso quegli occhi, ritrova un Orochimaru vero, intenso, perfettamente caratterizzato. Questo mi è piaciuto molto, così come mi è piaciuto il point of view di Anko che ha colorato il suo vecchio Maestro di tratti che, magari, Orochimaru spesso non possiede, ma che gli donano coloro che lui ha forgiato e tratto a sè, come l'ingannevole fascino di una serpe.
Ho apprezzato molto la storia proprio per questa sua nota languida, a tratti intimistica (quando ci si insinua nei pensieri di Anko bambina sopratutto), ma anche brutalmente violenta quando Anko riesce a "rompere l'incantesimo" e vede Orochimaru con sguardo diverso.
Ci sono stati alcuni passaggi in cui, però, ammetto di aver fatto un po' di fatica nella lettura, probabilmente per la scelta stilista di certi termini, locuzioni o costrutti di frase, che mi fanno pensare comunque ad uno stile pensato e maturo, che apprezzo.
Insomma, una bella storia, una bella introspettiva, molto toccante e coinvolgente e ricca di belle immagini evocative.
Complimenti! |