<3
Vicky Cristina Barcelona l'ho visto per caso, ma mi è piaciuto. Nello specifico, mi sono piaciuti tanto Juan Antonio e Maria Elena - soprattutto Maria Elena -. E mi è piaciuta anche la tua shot. Innanzitutto perché hai reso tutti e tre i protagonisti perfettamente coincidenti, anche in ciò che non dicono, ai tre personaggi. In special modo Cristina. Quel suo disagio latente solo percepibile nel film, mai reso esplicito con le parole, ecco che diventa una frase, sempre silenziosa, ma emblematica: "La colpa è solo sua. Si sente - ancora - una banale macchia di grigio". Hai rivelato qualcosa di significativa importanza, su di lei. In realtà Juan Antonio e Maria Elena ce l'hanno, un equilibrio, che si regge proprio sul totale rifiuto della stabilità, del non equilibrio eterno che poi diventa necessariamente una condizione stabile. E' Cristina, quella veramente inquieta. Nel suo non trovare un posto, non riuscire a realizzarsi nemmeno nell'amore per questi due straordinari esseri umani, o nella scoperta di un talento. Cris non riesce a fermarsi, cristallizzarsi, e in questo è ancora più instabile di Maria Elena e della sua follia. Si sente (e si sentirà?) sempre un dettaglio. Ma cosa siamo, tutti noi, se non un dettaglio che - per quanto importante - diventa invisibile tra i colori violenti e brillanti di un capolavoro? Nella sua non accettazione di questa realtà, Cristina si rivela più cosciente dei due amanti, che invece credono di essere il capolavoro, consapevolmente o inconsapevolmente, volontariamente o involontariamente. In questa piccola chicca mi hai ricordato, ancora una volta, che la lucidità rende la vita misera: ci si augura che tutte le Cristine del mondo riescano ad impazzire, prima o poi, proprio come i due artisti innamorati di questa storia.
Hai scritto con la solita cura ed efficacia, cesellando un episodio realistico e completo in ogni suo angolo necessario, senza esagerazioni o mancanze.
Complimenti, honey. |