L'ho letta appena l'hai pubblicata e non ho trovato le parole per commentare, forse perchè non era il momento giusto e mi è rimasto conficcato nella mente il pensiero che: Dovevo commentare, assolutamente. Perchè? Perchè è una promessa che ti feci. O forse non era una vera e propria promessa, forse era solo una sfida: vedere se ogni tua storia meritasse un commento, vedere se per ogni tua storia io trovassi qualcosa da dire. Per cui, da quel lontanissimo ottobre di già un anno fa (e si, abbiamo fatto il balzo al 2011 e siamo ancora vivi) io ho continuato a rileggere ciclicamente la tua storia e a domandarmi cosa veramente potevo dire per commentare.
Prima di tutto che mi sembra il proseguimento della storia precedente ("In spicchi di luna e occhi di rabbia"), perchè lì tu vivevi ancora, bene o male. Vivevi ridendo, affogando e piangendo (l'ho appena in camera e spesso la rileggo). Adesso, in queste "Bolle di vuoto", tu non vivi più. Tu non esisti. E non è vero, quelle parole sulla pagina lo testimoniano. Ma tu sai, tu senti dentro, di non esistere. E l'hai descritto benissimo, in questa tua storia. Mi senti?, Mi vedi?, Mi sta uccidendo. Parli con te stessa e io lo so. Parli con la te stessa rinchiusa in quel buio e in quell'acido. Parli e non ti senti e quindi ti scrivi. Ti scrivi questa storia e te la rileggi spesso e piangi e ti chiedi: Dove sono? Dove cazzo sono finita?! E non lo sai, perchè non lo sa mai nessuno dove finiamo quando ci lasciamo cadere senza nemmeno cercare di rialzarsi di nuovo, schiavi d'abitudine, triscinati da piaghe cementate nel silenzio degli anni. Io non so come si fa a reagire e a fare tutto il resto. Ma so che la chiave sta nel silenzio. E tu l'hai messo in grassetto, quindi lo sai.
Continua a scrivere, perchè serve. Serve a te come serve a me, per continuare ad immedesimarmi nelle tue storie.
Alla prossima, spero presto.
(Non rileggo perchè sono in ritardo, spero di non aver fatto errori) |
