Recensioni per
Lo Giardin de' Demòni
di Myrose
Confesso che quando la lessi la prima volta, non la compresi appieno dacché vi sono diverse parole a me sconosciute. Questa mattina, a distanza giorni, con l'ausiloio del fedele vocabolario, ho dato forma a quelle due o tre parole oscure e poi, con gioia, ho gustato la lettura come se la scoprissi per la prima volta. Ma prima di dedicarmi ai temi, date le mie premesse, è per me doveroso ringraziare te e la tua poesia dacché siete sempre in grado di riempire la mia ignoranza volta per volta, con immagini, suoni e concetti sempre innovativi ed interessanti! Oltre che, ovviamente, riempire il mios carso lessico! Pertanto, onori e gloria alla tua bravura ed alla tua conoscenenza, la quale ogni volta è come la luce nel buio nascente ^^! |
*entra nel salottino, guardandosi attorno* |
Ah, che delizia! |
Innanzitutto auguri anche a te con la speranza che questo anno nuovo possa riservarti tante meravigliose sorprese ^^ |
Ad una prima lettura di questa poesia confesso che non sono riuscita a comprenderla appieno, come mi accade sempre del resto, ma leggendo le tue note e trovando sul vocabolario il significato di alcune parole che confesso non conoscevo, alla fine l'ho compresa e ne sono rimasta affascinata ad ogni lettura sempre più. |
Ciao carissima, |
Salve, mia cara. |
Tu rendi le parole tue schiave. Come un saggio sovrano e comandante, le collochi in punti strategici per trarne il massimo rendimento e guadagnare la vittoria certa. Le abilità innate sono come la stregoneria, affascinanti, misteriose e magiche. |
Per prima cosa ti rinnovo i complimenti per l'inserimento di questa raccolta nelle storie scelte: un successo che indubbiamente ti meriti! |
"perché pur fremendo vendetta, tremi…" |
Oh, tu non mi immagini quanto ho gongolato solo leggendo il titolo, carissima Myrose! Ti ringrazio dell'omaggio, sei fin troppo premurosa ed adorabile, come non poterti adorare?! |
Mia carissima e gentilissima pittrice di sogni d'inchiostro, ancora una volta sei riuscita a sorprendermi con il tuo omaggio: il graditissimo riferimento al nostro ager campanus e, ancor più, alla mia natìa Pompei, che m'è sempre cara come la sera per Foscolo, è un regalo che custodirò con gelosia e cura. Ho gli occhi ancora colmi di soddisfazione e delizia per aver letto il tuo ultimo capolavoro, la tua ultima perla, che però di imperfetto non ha davvero nulla. Questa volta, Michaelis è ritratto nella sua totalità, come ossimoro vivente, come una pianta carnivora dall'aspetto gentile, ma che, ahimè, cela fauci affilate come rasoi. Gli occhi del demone sono antichi ma non vetusti: ogni sguardo, benchè carico di consapevolezza, è sempre nuovo e curioso, e s'accende e divampa come un fuoco indomabile. Le mani nascoste da una placcatura eburnea, che nasconde come il Velo di Maya il crudele volto del reale... Davvero significativa questa tua metafora, e questo tuo richiamo al sepolcro che, ancora una volta, oggi mi ricorda Foscolo. Ti confesso che non sapevo nulla del nodo gordiano, ma apprezzo infinitamente quest'altra piccola gemma, che sembra rilucere ancor di più, proprio perchè m'è sconosciuta, in un vasto tesoro di parole preziose. |
Quando leggo le tue poesie rimango sempre senza parole. Insomma, sento che qualsiasi cosa possa dire, qualsiasi complimento possa rivolgerti, qualsiasi parola provi ad usare per esprimere quanto mi siano piaciute le tue righe, alla fine sia tutto terribilmente banale, scontato, superficiale e quant'altro. Purtroppo sono più amante della letteratura in prosa che della poesia e quindi questo mi impedisce di cogliere pienamente tutto ciò che tu esprimi con i tuoi scritti e di questo me ne rammarico sempre. T.T |
E non potevo mancare a questo appuntamento con la poesia; ormai considero questa raccolta come il mio salottino letterario, piccolo ed incontaminato angolo di purgatorio, in cui bene e male, misericordia e dannazione si incontrano talora con timoroso rispetto, talvolta con beffarda consapevolezza. Ti confesso che ho apprezzato particolarmente questo componimento, che tanto mi ricorda la poesia scapigliata del mio sempre più caro Emilio Praga, miscelata a gocce di barocche perle imperfette, che sembrano rotolare sino a te fin dal Seicento, fin dalla scrivania di Giuseppe Artale. In effetti tu hai molto del periodo barocco e della poetica della "perla imperfetta" : combini termini raffinati e ricercati con significati scabrosi e velenosi. Io adoro tutto questo, sul serio; anche perchè per me la poesia barocca e quella maledetta sono intoccabili. Ho apprezzato la tua spiegazione del termine "Madonna Fame" anche se ti confesso che, quando l'ho letto, ho subito penzato alla raccolta "Totentanz" reinterpretata da Tiziano Sclavi, dove però lì il richiamo è alla Madonna Morte, da cui nessuno, benchè gargliardo e forte, può fuggire. Le due interpretazioni si sfiorano, poichè la fame del nostro demone è seminatrice di sangue e spalanca le porte della dannazione eterna. Ho altresì amato il paragone fra la fame e la cagna rabbiosa, che mi ha ricordato le "fiere" che Dante Alighieri incontra nel primo canto dell'inferno; e anche lì, fra le fiere, mi colpì la lupa e in particolare questo verso "tu, che più che l'altre bestie hai preda, la tua fame sanza fine cupa" |
La bellezza e la beffa? |