Recensioni per
Un pugno di mosche.
di Akrois

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
08/11/10, ore 20:42
Cap. 1:

Ecco il giudizio!

- da 0 a 5 per la correttezza grammaticale, lessicale e stilistica: 5/5
Innanzitutto, devo farti i miei più sinceri complimenti: il tuo stile è, indubbiamente, il più piacevole, il più intenso, il più profondo e il più tragico di tutto questo concorso. Grazie al tuo sublime lessico, basato da parole perlopiù semplici ma legate tra loro fino a creare immagini oniriche e infernali, ho potuto comprendere appieno il dolore di Mirka, la sua agonia e prigionia, così macabre e realistiche, ma anche l’infantile consapevolezza di Russia. Hai dimostrato di saper equilibrare bene le scene di dialogo con quelle introspettive e descrittive, in modo che la storia non si bloccasse mai e che non diventasse noiosa. Nonostante tu abbia deciso di analizzare soltanto un episodio delle Guerre Jugoslave e non ti sia dilungata in una più precisa e accurata descrizione di questo periodo storico, non ho risentito di questa mancanza: la tua storia è talmente forte, tagliente e completa che ha colmato tutti i vuoti che hai lasciato dal punto di vista storico. Non ho sentito quel senso di incompletezza e di poco approfondimento che invece ho rilevato in altre storie: il tuo stile e la forza di ogni parola sono bastate a travolgermi, a sconvolgermi, a commuovermi e ad amare la tua fan-fiction. Unico appunto: ti consiglio di dare un’ulteriore lettura alla tua storia perché ci sono alcune imprecisioni grammaticali da correggere.
- da 0 a 5 per lo sviluppo dell’OC originale: 4/5
Il tuo OC è veramente intrigante e interessante: è originale, forte e pieno di contraddizioni, di sfaccettature, come un uomo normale, un uomo dalla psicologia frammentata. Infatti è davvero evocativo pensare a una ragazza cadaverica e volgare e subito dopo doverla affiancare a una bimba con il vestitino azzurro e i boccoli neri: è un eterno parallelismo, una crudele illusione, come quella che vedrà Russia nell’epilogo. Ho trovato il suo carattere affranto, collerico e quasi schizofrenico coerente con la sua paradossale situazione, specialmente se contiamo tutte le etnie, tutte le visioni religiose, tutte le tradizione che deve incarnare e proteggere: tu riporti tutti questi aspetti in un semplice esempio culinario, che nella sua accezione casalinga e familiare mi ha fatto comprendere non solo la sua nauseante nostalgia, che tenta di nascondere con arroganza e volgarità, ma anche la sua stessa divisione interiore: ad esempio, non è più lei ad amare le carote, è Serbia, è la sorella, la figlia che per crescere si sta cibando di sua madre. Ho apprezzato anche come tu abbia cercato di mostrarci la Mirka precedente alla guerra, alla sua prigionia e, descrivendola con un abitino, l’hai resa ancora più infantile e innocente, enfatizzando ulteriormente la sua tragica fine. Tuttavia ho dovuto anche penalizzarti: infatti mi sarebbe piaciuto vedere Mirka interagire con il suo popolo e anche con le sue sorelle/figlie, capirne le divisioni e le angosce, cercare di risolvere questo cancro che infettava il suo paese. Infatti, anche se la tua storia è sufficientemente completa, avrei desiderato vedere le divisioni dei popoli balcanici attraverso gli occhi di Mirka: avrebbe dato ulteriore spessore alla tua storia. Soprattutto avrei apprezzato altri dettagli tradizionali e folcloristici della Jugoslavia, oltre a quella breve citazione culinaria.
- da 0 a 5 per la caratterizzazione dei personaggi: 4,5/5L’interazione tra Russia e Mirka è molto buona e ben strutturata. Ho apprezzato molto il parallelismo tra queste due nazioni, tra il loro legame cane-gatto: entrambi infatti hanno dovuto subire l’umiliazione di perdere molte delle loro terre, dei popoli che probabilmente cominciavano a sentire come loro figli, delle tradizioni che avrebbero voluto apprendere( ovviamente mi riferisco alle due nazioni intese come esseri umani e non ai governi di quel tempo). Ho apprezzato come Russia, nella sua crudele dolcezza, cerchi di comprendere il dolore di Mirka, forse solo per compatirla e burlarsi di lei, ma forse anche per evitare capire la sua gravità della situazione e capire come non dover di subire la stessa sorte e non lasciarsi mai più mangiare dall’interno; e, forse, anche perché sapeva che Mirka aveva bisogno di addossare il suo dolore contro un essere vivente, o almeno di sentire una voce conosciuta. Ho avuto la sensazione che Russia si sacrificasse, che si lasciasse coprire di improperi pur di lasciare che Mirka si infuriasse e piangesse, per l’ultima volta; e forse Mirka ha capito che Russia, nella sua malsana curiosità, voleva donarle un ultimo, patetico addio. L’unico punto su cui mi sento di dissentire sono alcuni tratti caratteriali di Russia: in certe scene sembra impaurito, restio, persino un po’ colpevole e appare persino più docile di Mirka, di una bambina pazza. Avrei eliminato questi tratti perché credo che Russia, immerso in un’infantile pazzia, di queste situazioni ne avrebbe goduto e si sarebbe comportato in modo più sicuro e audace, non solo nei gesti, ma anche nelle parole.
- da 0 a 5 per l'originalità: 5/5
Ovviamente non potevo non premiarti con il punteggio pieno in questa sezione: l’ambientazione, l’uso del lessico, l’OC scelto sono solo pochi tra tutti gli elementi che ho potuto premiare. Soprattutto è stata la scelta, originale e coraggiosa, di un singolo episodio, di un riassunto delle terribili Guerre Jugoslave, che ti ha consentito di regalare alla tua storia un’atmosfera e un’ambientazione adatta per renderla intensa e completa allo stesso tempo.
Totale: 18,5

Ancora complimenti*____*

Recensore Veterano
08/11/10, ore 16:07
Cap. 1:

Santo cielo, ma perchè non ci insegnano storia con i tuoi racconti? Onestamente lo preferirei. Mi sono letteralmente spappolata il cervello nello studiare la guerra Jugoslava e tutti quei maledetti stati che, ancora non ne capisco il motivo, sentivano il bisogno di staccarsi a suon di bombe e fucili, ma credo che il compito mi sarebbe apparso molto meno gravoso se avessi immaginato una ragazza bruna dall'abito blu a pieghe invece che dei pazzi che si scannano perchè forzati a vivere insieme. Vabbè dai, lasciamo pedere che sennò vado fuori tema. La storia è ben scritta e per una volta Russia non è il pazzo della faccenda, o almeno il più pazzo. E' persino molto dolce a suo modo. Jugoslavia è una poveraccia che muore agonizzando per un motivo che neanche comprende. Bhè direi che il risultato è da leccarsi i baffi.

Recensore Master
08/11/10, ore 15:19
Cap. 1:

Letta ieri sera, commento oggi cercando di recuperare lucidità sufficiente da mettere più di tre parole l'una davanti all'altra.
Quello che mi ha trasmesso questa fan fiction è stato una sensazione di assoluta devastazione. Quello che hai descritto sulla psiche devastata e sul fisico mutilato di Jugoslavia è qualcosa che arriva diretto e preciso ai sensi, come un pugnale nel fianco.
Come muore, una nazione?
E' una domanda che, probabilmente, tutti si sono posti. La morte in sé non è un argomento leggero, e tu gli hai dato il giusto peso, la giusta motivazione, la giusta idea.
Tutto, nella personalità della tua Jugoslavia, è votato alla morte.
Come muore, una nazione puramente politica?
Così, dilaniata e fatta in mille pezzi dai paesi che sono stati costretti a farne parte, inglobati in un progetto comune anche non volenti.
E fa male vedere quanto fosse bella - nei ricordi di Ivan, alla fine - questa povera nazione smembrata.
La relazione che viene descritta con Ivan è qualcosa di crudele, perché LUI ci è riuscito, ad andare avanti, nonostante tutto quello che è accaduto. Lei no, lei muore.
Questo contrasto è davvero devastante.
Oh, cara. Ti faccio i complimenti per tutto, davvero.

Recensore Master
07/11/10, ore 22:09
Cap. 1:

Bellissima! Davvero triste e malinconica, la grettezza acquisita da Mirka a causa della lunga prigionia sembra così reale. Soprattutto le frasi finali ti stendono, mostrando lo stridìo tra il passato glorioso (seppure immaginato da Russia) e il presente tragico. E Russia sembra così umano.