Ci voleva una tua storia per farmi leggere di Lily (intendo la Lily della zia Row e non la Lily che accantona Potter per il favoloso Snape).
Immagino che questa ti sembrerà una recensione poco articolata e ciò è dovuto alle emozioni che mi ha provocato leggere i pensieri che hai creato per Lily: sono passata dalla rabbia alla tristezza e poi dalla rassegnazione nuovamente alla rabbia. E’ più forte di me: non accetto che un uomo come Snape, dopo essere stato trattato in quel modo infame dalla sua amichetta d’infanzia e dopo aver sofferto per anni in solitudine senza avere una reale possibilità di redenzione “da vivo”, possa ancora dire “Always” riferendosi a Lily.
Tornando alla tua ff, hai scritto una splendida riflessione che Lily avrebbe potuto e dovuto fare, ma che difficilmente avrà mai fatto, persa come era nello spazio siderale del suo profondo egoismo e del suo immotivato orgoglio. Come sempre, il tuo stile è piacevole, conciso, estremamente efficace.
“(…)a dispetto del luccichio che vedevi nei suoi occhi quando sentiva la parola potere strascicata da Malfoy”
Lily riflette sul luccichio negli occhi di Sev quando ascoltava la parola “potere”, pensando che comunque “sarebbe rimasto il suo Sev”: sagace! Ma Lily si è mai accorta del dolore che provava Sev nell’essere deriso e attaccato in continuazione? Si è mai accorta del bisogno che aveva di essere “accolto”, considerato, stimato? Ha mai pensato che una vittima sogna almeno una volta nella vita di diventare carnefice e di provare l’ebbrezza del potere e della forza? Questo forse era troppo lontano dalla sua “intelligenza”?
“Tu sei intelligente e razionale, e la ragione dice che chi fa cose cattive deve pagare, così ti è stato insegnato e così hai imparato”
Sbagli e devi pagare, così dice Lily, bravissima nell’applicare due pesi e due misure. Sev ha pagato per una frase e per le cattive compagnie che frequentava; Potter ha goduto di una immunità particolare che ha cancellato gli atti di bullismo e cattiveria di cui si è reso responsabile nei confronti di Sev. La cara Lily - che tanto difendeva il suo migliore amico - non ha esitato ed è salita sul carro del bello e popolare eroe sportivo, acclamata come novella reginetta di bellezza.
(Che banalità questa della zia Row)
“Anche lui era giovane, anche a lui era dato di sbagliare”.
Questa frase è splendida e la vorrei tatuare sul braccio di Sev accanto al Marchio: Sev muore perché “solo i puri possono sopravvivere” (almeno questa è la scontata idea che intravedo leggendo la saga), ma tra i vivi molti sono meno puri di lui. Che importa? Vuoi mettere l’onore di avere un proprio quadro in presidenza e il nipote di James Potter che porta il tuo nome?
La conclusione della riflessione è molto significativa: c’è del rimorso, c’è la consapevolezza di essere stata superba e forse intravedo un po’ di rimpianto per quello che è stato.
E in me, invece, è rimasta la solita rabbia di chi avrebbe voluto più coerenza e meno luoghi comuni.
(La zia Row ha inventato Snape e zia Row decide…grazie a Dio, esistono i what if, le fanfiction e le autrici come te!)
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