Recensioni per
Libero di partire
di Harriet

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
18/04/11, ore 00:15

Ciao, ho letto il brano e devo dire che mi è neutralmente piaciuto.
Le imprecisioni che ho trovato si possono contare su una mano: tutto appare piuttosto pulito, scorrevole, buono. Non ci sono problemi con la punteggiatura, con i periodi: niente di niente.
Tuttavia, la storia mi è sembrata troppo... troppo... insomma, non credo di averla capita fino in fondo. Certo, sicuramente è colpa mia che a mezzanotte sto a leggermi le storie su EFP, perché credo davvero che in fondo questo lavoro sia buono, molto buono. Mi spiace solo per me stesso che non sono riuscito a immergermi più profondamente nel testo, perché penso ne sarebbe valsa la pena.
Tuttavia l’ho letto tutto, perché è stato molto scorrevole e amichevole.
Complimenti, se non altro posso dirti che hai del potenziale. Del vero potenziale.

Recensore Junior
04/02/11, ore 21:13

SECONDA CLASSIFICATA


Harriet
Libero di partire



Quando ho letto questa storia, mi è successa una cosa strana.
Misurava centosette KB, quindi avevo capito che era abbastanza lunga. Letta la prima pagina, ho lanciato una breve occhiata alla barra che indicava la mia posizione di lettura e ho notato che ero più o meno all’inizio.
Ebbene, ho continuato a leggere… e quando ho risollevato lo sguardo ero ad un passo dalla fine. Strano, no?
Ma credo di aver capito perché è accaduto questo strano fatto… questa storia è trascinante come una fiaba. Boh, la leggi… e ti trovi alla fine anche se avevi progettato di starci sopra almeno un quarto d’ora in più.

Andiamo con ordine.

Come vedrai dai punteggi, credo di poter riassumere in un unico punto sia Grammatica che lessico: perfetti. Non ho trovato nessun errore [né me ne ha indicato qualcuno Word, casomai me ne fosse sfuggito], né rallentamenti nella lettura. Hum, per essere precisi all’inizio la lettura è leggermente pesante, parlo appunto della prima pagina. Oddio, forse sono troppo schietta e spero che tu non ti offenda per questa mia considerazione, ma la prima pagina ha un ritmo piuttosto… lento. Non saprei come altro definirlo… ma è una vera e propria presentazione della vicenda, ed è un “pezzo” necessario per poter leggere il resto della storia.
Spiegherò meglio nel punto “Stile” quello che intendo. In ogni caso, non ho avuto la sensazione che qualche parola fosse di troppo, e ho adorato la costruzione di frasi –per me- difficili, come per esempio nella prima parte del racconto. Mi piace la sintassi che usi nelle frasi, perché riesci a spiegare molto senza giri di parole. Beh, complimenti davvero. L’unico appunto di questa parte è che hai usato lo stesso aggettivo per due tipi di persone: pittori pazzi, alchimista pazzo. Hum, sinceramente credo sarebbe stato più adatto qualcosa tipo “invasato” o “folle” o qualunque altro sinonimo a tua discrezione, per un semplicissimo motivo: in questo modo sembra che tra i due personaggi [tre, a dire la verità] non ci sia differenza. E invece, per esempio l’alchimista non è un pazzo “artistico” ed innocuo, ma un folle pericoloso –almeno, dico questo dal momento che Yevet sembra spaventato da lui-.
Più che una regola è un appunto personale, ma credo che quando i personaggi vengono descritti attraverso gli occhi della memoria, proprio perché non compaiono direttamente nella narrazione, dovrebbero avere delle caratteristiche che li separano nettamente gli uni dagli altri.
Però, come ti ho detto, è una mia semplice considerazione, che non ha influito.

Per il terzo punto, avessi potuto darti un venti su dieci, l’avrei fatto. E’ una Original [Marines], ma non lasci nulla di incompleto nella narrazione, e non accenni a nulla che poi non verrà ben spiegato. Insomma, tutti gli elementi ivi contenuti sono messi al loro posto e hanno un loro ruolo, una loro spiegazione… ed è ammirevole il modo in cui sei riuscita a riassumere la vita di un individuo in poche pagine. E soprattutto, lasciare al lettore la sensazione di aver davvero conosciuto Yevet, che la sua vita, narrata con pochi tratti, sia comunque già perfettamente stipata nel nostro pensiero.

Per l’aderenza agli obblighi imposti ci siamo quasi del tutto: davvero bella l’interpretazione dell’immagine, ovvero Il Cavaliere dell'Erica e Dama Laylar finalmente riuniti nel Campo Alla Fine Della Terra. E la citazione… beh, si sente in tutta la storia. Brava, bravissima, ma non c’è il punteggio pieno perché avrei preferito avvertire di più la citazione. Insomma, ne ho avvertito il senso, ma… non pienamente. Potevano esserci mille altre frasi e non quella in particolare. Capisci cosa intendo?

Dunque, ora lo stile.
Bene, come ti ho già detto mi piace molto il modo in cui organizzi il pensiero, la frase stessa. Ma, e ti ho già accennato anche questo, la lettura è leggermente sbilanciata. Niente di troppo forte, o che disturbi eccessivamente chi legge, ma la prima pagina è lenta, il resto della narrazione è molto più fluida. Ti ho già detto che non credevo di essere arrivata alla fine senza neanche accorgermene, no? Bene, questo squilibrio forse è necessario, ma devo dire che mi ha leggermente sorpresa.
Non so, come se mi fossi trovata di fronte un arrosto, aspettandomi un ripieno di spinaci, e invece mi sia trovata di fronte il ripieno di albicocche e curry.
Insomma, da un lato è un “dislivello” necessario, ma allo stesso tempo mentirei se ti dicessi non averne avvertito con forza la presenza.
Il tuo punteggio è comunque molto alto.

Per la caratterizzazione del personaggio, di Yevet… sempre nomi difficili e carini, vero?^^
Seriamente parlando, ho avuto un’altra strana sensazione. Complice la descrizione del personaggio in sé e per sé, complice anche il suo aspetto così indiano, nella mia mente è tornata un’immagine molto vecchia, che sicuramente ricorderai: quella dell’indiano –non ricordo dove l’ho vista… in un film, forse Balla con i lupi? O in qualche spot? Chiedo venia, ma proprio non mi è riuscito di trovarlo, anche googleando [ forse ho cercato con le parole sbagliate!]- che si trova di fronte ad una metropoli costruita dove sorgeva un vecchio cimitero indiano, e questo povero pellerossa fissava direttamente la telecamera e una lacrima, una sola, colava sulla sua guancia.
Bene, questa è l’impressione che ho avuto di Yevet. E’ riuscito a riportarmi alla mente una immagine tanto evocativa, ma al tempo stesso… è un personaggio evanescente. Non riesco a definire bene la sua personalità. Forse questo “fantasma” è esattamente il personaggio che tu volevi creare, ma in ogni caso resta opalescente, ben rappresentato e incisivo come un indiano che piange per il suo cimitero sconsacrato, ma comunque non ha dei tratti psicologici molto marcati. E’ come hai detto tu… la città stessa. Anzi, il totem- spirito guida della città. Ma un totem non è un essere vivente... è legno freddo e impersonale.

Per quanto riguarda l’originalità… ovviamente punteggio molto alto, perché non è una storia di vita simile a tante altre. Insomma, hai costruito una città, una città pulsante di vita, dal niente… e anche la storia di un uomo, facendole intrecciare come fili di un gomitolo ben avvolto su se stesso.
Rendendole vere e possibili, fino a trascinarti nella lettura senza quasi che tu te ne renda conto.

Bravissima, e vivissimi complimenti.






Grammatica e morfologia 10/10
Lessico e sintassi 10/10
Consequenzialità Logico e spazio-temporale 10/10
Aderenza agli obblighi imposti 8/10

Stile 4/5
Caratterizzazione dei personaggi 3/5
Originalità 5/5
Giudizio personale 5/5


Totale: 55/60

Recensore Master
26/11/10, ore 21:41

Perdonami l'inizio banale (e direi anche scontato), ma questa storia è bellissima *_*
Mi è piaciuto il modo in cui hai descritto il protagonista, presentandolo da un punto di vista esterno ma rappresentando perfettamente il suo carattere e la sua storia, anche grazie alle varie zone della città.
Il modo in cui dopo metti in evidenza gli incroci della sua vita con Marnard, poi, è davvero bello *_*
Per non parlare poi del finale, e di come realizza il suo desiderio.
Insomma, questa storia mi ha davvero colpito e mi è piaciuta molto -e non è certo una novità :)
Complimenti!