Recensioni per
Lo Giardin de' Demòni
di Myrose
Recensione premio per il contest “Specchi, ombre e presagi: il doppelgänger” – giudice Shilyss. |
debbo dire, sempre magnifica. In un componimento sei riuscita ad esprimere ciò che Sebastian Michaelis mostra di pensare durante tutta la durata della serie, con parole sempre azzeccate, sempre nuove nel loro disuso, eppur così delicate da conferire la musicalità di una canzone alla tua poesia. Un commento particolare per la metafora finale, che è ciò che maggiormente mi ha colpita. Azzecattissima, e, nel mio modesto parere, allusiva e seducente come solo l'enigmatico volto del nostro demone può essere. |
Ok, questo componimento sfugge ad ogni mia logica comprensione. Ti seguo perché me ne sento come stregata. Ti rinnovo i miei complimenti per l'utilizzo di citazioni della letteratura italiana, elogiandone l'appropriato uso. Quando vado a leggere le tue note, ritrovo le mie conoscenze e penso: wow! E' un genio questo autore! La figura della "Madonna Fame" è un contrasto stupendo, ora che me l'hai spiegato con la nota. Sebastian ne ha una concezione quasi bestiale, descrivendola come quella carogna che ti perseguita costringendoti alle azioni più nefande. Che tu sia un demone o che tu sia un uomo, alla fame non interessa. In contrapposizione, ecco che tu mi citi lo Stil Novo e l'alta concezione della donna, accostata alla Vergine Celeste, ispirazione di bonta e rettitudine pee l'uomo. Tutto ciò è geniale. |
"perché pur fremendo vendetta, tremi…" |
E non potevo mancare a questo appuntamento con la poesia; ormai considero questa raccolta come il mio salottino letterario, piccolo ed incontaminato angolo di purgatorio, in cui bene e male, misericordia e dannazione si incontrano talora con timoroso rispetto, talvolta con beffarda consapevolezza. Ti confesso che ho apprezzato particolarmente questo componimento, che tanto mi ricorda la poesia scapigliata del mio sempre più caro Emilio Praga, miscelata a gocce di barocche perle imperfette, che sembrano rotolare sino a te fin dal Seicento, fin dalla scrivania di Giuseppe Artale. In effetti tu hai molto del periodo barocco e della poetica della "perla imperfetta" : combini termini raffinati e ricercati con significati scabrosi e velenosi. Io adoro tutto questo, sul serio; anche perchè per me la poesia barocca e quella maledetta sono intoccabili. Ho apprezzato la tua spiegazione del termine "Madonna Fame" anche se ti confesso che, quando l'ho letto, ho subito penzato alla raccolta "Totentanz" reinterpretata da Tiziano Sclavi, dove però lì il richiamo è alla Madonna Morte, da cui nessuno, benchè gargliardo e forte, può fuggire. Le due interpretazioni si sfiorano, poichè la fame del nostro demone è seminatrice di sangue e spalanca le porte della dannazione eterna. Ho altresì amato il paragone fra la fame e la cagna rabbiosa, che mi ha ricordato le "fiere" che Dante Alighieri incontra nel primo canto dell'inferno; e anche lì, fra le fiere, mi colpì la lupa e in particolare questo verso "tu, che più che l'altre bestie hai preda, la tua fame sanza fine cupa" |
La bellezza e la beffa? |
Com'è possibile che ogni nuovo capitolo mi costringa a rivalutare quale possa essere il mio preferito, zietta? |
Stai diventando sempre più ardita mia cara poetessa! Dopo ben 3 poesie scritte in terza persona per questa hai deciso di usare la prima persona e in particolare hai dato voce al caro Sebastian. Una scelta che reputo giusta visto l'argomento trattato: chi meglio dell'affammato può raccontare cosa si provi ad essere divorato dai morsi della fame? |