Recensioni per
Lo Giardin de' Demòni
di Myrose

Questa storia ha ottenuto 91 recensioni.
Positive : 91
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/03/19, ore 18:24

Recensione premio per il contest “Specchi, ombre e presagi: il doppelgänger” – giudice Shilyss.

Cara Myrose,
Volevo attendere la giornata di domani per recensirti, ma sono una donnina curiosa, terribilmente, e così, eccomi qui. Questo capitolo è il mio preferito, perché emerge la paziente attesa che solo una creatura fuori dal tempo come un demone può possedere. È un crogiolarsi in attesa di un premio vicino. Il patto e la vendetta sono visti come un gioco e su questo ci terrei a porre il dito, perché viene detta una profonda verità: noi umani temiamo la morte e il Conte non è libero da questo terrore che solo la freddezza di Epicuro aveva saputo allontanare. Al demone piace la paura ed è anche affascinato dalla natura umana del piccolo conte.
Bellissimo come l’unica cosa che il maggiordomo non riesca a controllare sia proprio lei, la Fame. Ho adorato il parallelismo sia con lo stilnovo, sia con le danse macabre, tutt’ora visibili in componimenti e affreschi sparsi in giro per l’Europa. Già, contro la fame di anime nemmeno un demone può nulla. Madonna fame, tuttavia, è una cagna rabbiosa e quindi non posso mettere in mezzo Dante e le tre fiere che vede davanti all’ingresso dell’Inferno per questa azzeccatissima metafora che mi ha conquistata. L’ultima figura retorica che tu utilizzi è una similitudine intensissima che ha persino qualcosa di scabroso al suo interno. Il maggiordomo/demone, qui, mi ha ricordato l’ape che si nutre dal fiore, ma c’è anche tutta la voluttà quasi morbosa di chi è avvezzo a cedere ai peccati della Gola.
Il contrasto tra certe battute (mon cher, my Lord) esaltano ancora di più la natura rapace e terribile del patto che può finire in una sola, tragica, maniera. Sebastian vizia e cura la sua preda con la stessa attenzione con cui la strega di Hansel e Gretel ingozzava il primo. Resto sempre molto colpita dal modo in cui gestisci la poesia, io, che sono decisamente da prosa. In pochissime righe racconti un mondo e lo hai fatto con un’attenzione davvero più che rara.
Davvero lieta di aver letto queste tue bellissime righe, ti auguro una buona serata! A presto, carissima e preziosa Autrice!

Shilyss

Recensore Veterano
05/08/11, ore 09:50

debbo dire, sempre magnifica. In un componimento sei riuscita ad esprimere ciò che Sebastian Michaelis mostra di pensare durante tutta la durata della serie, con parole sempre azzeccate, sempre nuove nel loro disuso, eppur così delicate da conferire la musicalità di una canzone alla tua poesia. Un commento particolare per la metafora finale, che è ciò che maggiormente mi ha colpita. Azzecattissima, e, nel mio modesto parere, allusiva e seducente come solo l'enigmatico volto del nostro demone può essere.
Grandissima, un bacio Lil

Recensore Veterano
18/02/11, ore 10:26

Ok, questo componimento sfugge ad ogni mia logica comprensione. Ti seguo perché me ne sento come stregata. Ti rinnovo i miei complimenti per l'utilizzo di citazioni della letteratura italiana, elogiandone l'appropriato uso. Quando vado a leggere le tue note, ritrovo le mie conoscenze e penso: wow! E' un genio questo autore! La figura della "Madonna Fame" è un contrasto stupendo, ora che me l'hai spiegato con la nota. Sebastian ne ha una concezione quasi bestiale, descrivendola come quella carogna che ti perseguita costringendoti alle azioni più nefande. Che tu sia un demone o che tu sia un uomo, alla fame non interessa. In contrapposizione, ecco che tu mi citi lo Stil Novo e l'alta concezione della donna, accostata alla Vergine Celeste, ispirazione di bonta e rettitudine pee l'uomo. Tutto ciò è geniale.
Poi, beh, io mi sono innamorata di questa serie osservamdo il rapporto Sebastian/Ciel, vedendo il tormento di quest'ultimo e il suo legame contorto con Sebastian. La sua pedina sarà poi il suo carnefice e come tu dici: quando - ti succhierò le labbra, come un fanciullo lecchi il cucchiaio che, poco prima,
conteneva la deliziosa crema. - E' grottesco paragonare Sebastian a un innocente fanciullo che commette peccati di gola. Ma i bambini non sono essiri puri, sono solo privi di malizia.
Complimenti.
Baci
DeathKid

Recensore Junior
12/12/10, ore 16:21

"perché pur fremendo vendetta, tremi…"

Ed è proprio qui che compare Ciel davanti ai nostri occhi, un piccolo, indifeso, patetico bambino che gioca a fare il duro ed insensibile, quando in realtà lotta fino a scoperchiarsi l'anima per resistere, per non correre in un angolo a piangere implorando affetto e attenzioni di cui ogni creatura necessita.

Meravigliosa l'ultima immagine del fanciullo che lecca il cucchiaio fino a farlo splendere: così il maggiordomo vorrebbe ridurre il conte, gustarlo fino all'ultimo granello di anima che resta, fino all'ultima lacrima e all'ultimo grido soffocato della sua candida esistenza segnata dai demoni.

"Complimenti", una parola scontata e restrittiva, ma non saprei come altro dirlo.

Perciò,
Complimenti! ^^

Recensore Master
04/12/10, ore 14:36

E non potevo mancare a questo appuntamento con la poesia; ormai considero questa raccolta come il mio salottino letterario, piccolo ed incontaminato angolo di purgatorio, in cui bene e male, misericordia e dannazione si incontrano talora con timoroso rispetto, talvolta con beffarda consapevolezza. Ti confesso che ho apprezzato particolarmente questo componimento, che tanto mi ricorda la poesia scapigliata del mio sempre più caro Emilio Praga, miscelata a gocce di barocche perle imperfette, che sembrano rotolare sino a te fin dal Seicento, fin dalla scrivania di Giuseppe Artale. In effetti tu hai molto del periodo barocco e della poetica della "perla imperfetta" : combini termini raffinati e ricercati con significati scabrosi e velenosi. Io adoro tutto questo, sul serio; anche perchè per me la poesia barocca e quella maledetta sono intoccabili. Ho apprezzato la tua spiegazione del termine "Madonna Fame" anche se ti confesso che, quando l'ho letto, ho subito penzato alla raccolta "Totentanz" reinterpretata da Tiziano Sclavi, dove però lì il richiamo è alla Madonna Morte, da cui nessuno, benchè gargliardo e forte, può fuggire. Le due interpretazioni si sfiorano, poichè la fame del nostro demone è seminatrice di sangue e spalanca le porte della dannazione eterna. Ho altresì amato il paragone fra la fame e la cagna rabbiosa, che mi ha ricordato le "fiere" che Dante Alighieri incontra nel primo canto dell'inferno; e anche lì, fra le fiere, mi colpì la lupa e in particolare questo verso "tu, che più che l'altre bestie hai preda, la tua fame sanza fine cupa"
Insomma: il paragone è senza dubbio calzante; non avresti potuto trovarne di migliore!!! Molto bello anche la metafora di cui ti sei servita nel verso finale: la crema, suppongo, sia l'anima del tenero conte; ed è deliziosa proprio perchè bisogna attendere per gustarla sino all'ultima goccia.

Apprezzo infinitamente la presenza dei francesismi, tu lo sai ^^

Complimenti!!!

Recensore Master
30/11/10, ore 14:03

La bellezza e la beffa?
Titolo che può nascondere molteplici significati e risvegliare riflessioni interessanti e particolari... E poichè tu, mia gentile e cara Poetessa, sai esprimere inganno e beltà in molteplici chiavi di volta, ti consiglio di non perdere di vista questo bel titolo: chi sa mai che in un giorno o nell'altro possa esserti utile ^w^!
But now, veniamo a noi ed alla Fame che si strugge impellente in questa nuova delizia di sapori ed immagini!
Senza legger le tue note, la nostra cara Madonna Fame aveva risvegliato in me le riflessioni e le concatenazioni di pensieri che hai espresso a fondo capitolo: hai dato di lei una descrizione avvincente ed affascinante, tanto da potersi ben figurare le sua nera presenza al fianco del demone, nell'esprimere i suoi pensieri!
E quale aspetto più è caratteristico d'un demone se non, appunto, la Fame? Peste Nera, chiamiamola, come quella che Sebastian seminò per colpa della sua brama d'anime! E' una tentatrice, Madonna Fame ed in questo componimento si vede come questa diventi quasi peccato di gola, cui Sebastian sembra avvezzo -oltre che gradire questa sua caratteristica!
E vorrei complimentarmi all'infinito per la bellezza e violenza dell'immagine che hai creato con questa bella signora, ma finirei per perdermi in inutili chiacchiere, così concludo rinnovando la profonda ammirazione che nutro verso la tua sublime poesia.
Arrivederci, cara Musa che m'ispiri il cuore, un grande bacio!

Recensore Master
29/11/10, ore 15:08

Com'è possibile che ogni nuovo capitolo mi costringa a rivalutare quale possa essere il mio preferito, zietta?
Oh, be', non dirò più, allora, qual è il capitolo che preferisco; magari al termine della raccolta, ma finché continui ad aggiornare e ogni capitolo l'adoro più del precedente non ha senso... XD Passando alla recensione vera e propria.
Te l'ho detto, io non amo affatto la Sebastian/Ciel; li amo molto come "duo psicologico", invece, e quando trovo una non-yaoi su di loro ne sono sempre immensamente felice. Questa, poi, oh, è l'apoteosi di ciò che Sebastian pensa di Ciel. Un bambino, un'anima succulenta da divorare, quando sarà giunto il momento, un debole essere umano che teme la Morte; debole perché la Nera Signora non è nulla in confronto a "Madonna Fame" (adoro questo nome e le tue innovative trovate!), che torce le budella dei demoni sino a che non hanno trovato un'anima di cui saziarsi, seppur temporaneamente. Un po' come la dannazione dei vampiri, in un certo senso...
Il verso in cui compare l'espressione in francese è fantastico: in questo contesto, quella lingua mi ha dato la sensazione di sottile presa in giro, di velato arridere a Ciel da parte di Sebastian - che è, poi, l'essenza del loro "rapporto"; derisione da parte di Ciel, che tenta di vendicarsi, almeno in parte, della sorte che subirà, per mezzo di innumerevoli dispetti, ed altrettanta derisione da parte di Sebastian, che sopporta, aspettando con ansia il momento del riscatto per quelle umiliazioni. Saper racchiudere gli aspetti del rapporto tra due personaggi così complicati in così pochi versi e senza scadere nel banale, nell'OOC o nello shounen-ai/yaoi è semplicemente sublime, zietta, come d'altronde ogni altro tuo componimento, ogni volta più bello. Persino la parte del bacio finale ("ti succhierò le labbra") con cui strapperà l'anima a Ciel non ha nulla di sottinteso erotismo - come al contrario piace veder sottinteso a molta gente -, anzi, rappresenta efficacemente quanto Sebastian brami quell'anima, la deliziosa crema che non vede l'ora di leccare, e quanto egli sia differente dagli esseri umani, che in un gesto come il bacio vedono ben altro.
E' fantastico, semplicemente, zia.
bows

Recensore Master
29/11/10, ore 14:58

Stai diventando sempre più ardita mia cara poetessa! Dopo ben 3 poesie scritte in terza persona per questa hai deciso di usare la prima persona e in particolare hai dato voce al caro Sebastian. Una scelta che reputo giusta visto l'argomento trattato: chi meglio dell'affammato può raccontare cosa si provi ad essere divorato dai morsi della fame?
Per prima cosa ho notato che ti sei riferita a Ciel sempre con aggettivi che si addicono più ad un pasticcione che ad un bambino (tenero, squisito,...) proprio per sottolineare quanto il demone vede il conte solo come un pasto e non come una persona con un'anima.
Molto bello l'uso dell'espressione Madonna Fame per definire questo male! Unione di sacro e profano mescolati in due sole parole, personificando la fame e rendendola un'avversaria da battere o una cagna da domare come ha fatto Sebastian.
E' quasi macabro il modo in cui Sebastian parla della fame: nonostante sia un male terribile che lo colpisce ne parla in modo serafico, composto, con un self-control molto british e degno di un essere eterno!
Bravissima come sempre!

Kisses Lory