Recensioni per
Euterpe, o di canti nel vento - 4 Ottobre
di Leireel

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/09/15, ore 21:30

Hey! Buonasera.
Che sorpresa trovare una storia dedicata al mio poeta preferito, il mio caro Ovidio.
Hai usato delle parole bellissime, che naturalmente mi hanno commosso, non c'era neanche da dirlo.
Mentre leggevo, mi sembrava di essere accanto a lui, a sognare la sua Roma e la sua Fabia, e a vedere il suo triste sorriso.
Ora ho un nodo in gola, accentuato dal fatto che ho letto recentemente una delle Epistulae Ex Ponto che mi causato un discreto versamento di lacrime.
Nient'altro da dire, se non grazie per aver immortalato una cosė profonda figura in questa storia.
Davvero, grazie.

Iris

Recensore Master
18/12/10, ore 20:48

Ciao!
Ho trovato per caso questa storia: stavo spulciando il forum "Collection of Starlight" -sono una nuova Aspirante Collezionista- e stavo cercando di orientarmi. Ho cliccato su un collegamento e toh, mi sono ritrovata quì.
Il mio parere?
Bella storia. Scritta bene, va dritta al punto, poche parole ma scelte con cura.
Ho appena iniziato a studiare Ovidio a scuola, però mi ha fatto piacere leggere qualcosa su di lui. Non mi sono ancora fatta un'impressione su questo autore, ma dato che la tua storia mi è piaciuta, beh, credo lo troverò piacevole XD
Alla prossima,
Cla

Recensore Master
16/12/10, ore 22:48

Non sono ancora arrivata a studiare Ovidio e di lui ho letto solo le Metamorfosi, però questa storia della sua Musa mi fa impazzire: è qualcosa di estremamente profondo e forte, se ci si pensa. Il poeta è colui che è stato scelto dall'arte, colui che è amato dall'arte stessa, che diventa sua compagno e fedele servitore. Ma allo stesso tempo diventa suo figlio.
Questa tua storia, alla prima lettura, dà questa impressione: come se Ovidio, solitamente rassicurato dalla voce dolce e melodiosa di Eutrepe, ora si ritrovasse strappato da lei, come se essa fosse il seno dal quale si nutre -la poesia stessa- che ora non lo culla più, non lo tiene più mentre fa i suoi passi.
Lo stile è meraviglioso, Ire. Già la tua storia su Ulisse mi aveva affascinato, ma quando scrivi sei veramente brava <3 Mea culpa che non leggo tanto di te! Riprometto a me stessa di iniziare a studiarti, analizzarti e smembrarti ♥
È una storia breve, ma molto efficace: è il lessico, le parole scelte, la costruzione delle frasi, questo continuo evocare immagini forti e drammatiche ("Le onde rabbiose risuonano di lamenti ferini e ferite senza tempo."). Allo stesso tempo è carica di dolcezza, un amore profondo e smisurato che oltrepassa i confini fisici -è l'amore per l'arte, per la poesia.
Le ultime due richieste, che mi sembrano così accorate, ti stringono il cuore e sembra come se Ovidio prendesse per mano la sua Eutrepe e le chiedesse dolcemente: vuoi amarmi di nuovo? Vuoi prenderti cura di me, nuovamente?

Credo di aver sproloquiato abbastanza, vero?
La dedica finale, mia cara Ire, l'ho adorata. Mi ha lusingata profondamente e allo stesso tempo mi ha reso orgogliosa di me stessa: grazie, carissima.
Grazie, grazie, grazie.
Un natale con il sapore di antico e di bravura, la tua ♥

Recensore Master
16/12/10, ore 00:23

Molto particolare, raffinata, rabbiosa, studiata..
Non c'è che dire, sembra davvero la laboriosa e attenta traduzione di un classico latino, sei stata bravissima, mille complimenti.