Allora, sappi che già leggendo l'introduzione alla storia ero già in brodo di giuggiole.
1. Disclaimers: Stessa storia di sempre. Amiamoli, e pace. Diamine, e come potrei permettermi il contrario? Sono così... così... ♥
2. Però fanculo allo spirito natalizio. Io mi do all'Angst E qui ballavo la conga, perchè come ti avrò ripetuto fino allo stremo, io AMO l'angst, io VIVO di angst. E tu, proprio tu, che mi scrivi una cosa del genere su Sherl e John... penso che prima di finire la storia mi servirà un defibrillatore!
3. L'immagine... Ommammasantissima quell'immagine! Cioè *muore* *muore di nuovo* *e ancora ancora ancora* *ma quante cavolo di vite ho? non importa, muoio di nuovo* Ok, forse non è il caso di continuare ma quell'immagine, quella benedettissima immagine- *muore*
--- Passiamo alla storia in sè. *fa scorrere la rotella del mouse*
4. Perché se il mondo reale, quello del Sistema Solare, non lo faceva davvero, avrebbe dovuto. posso dirti che mi sono sciolta a questa frase? Posso dirti che ho sentito un peso sul cuore scioglersi e ghiacchiarsi contemporaneamente?
E Sherlock, cavolo, era proprio lui, è proprio lui.
5. I suoi ragionamenti, convulsi, più veloci della luce, lo/mi trapassano senza alcuna pietà. E lo ammette, ma non trova una risposta. Sherlock che non trova una risposta? Ma in questo caso l'importante non è la soluzione, ma l'enigma stesso e poi Sherlock è stanco, vuole solo John.
6. Me lo sono visto cedere davanti agli occhi, quasi a rallentatore ma incredibilmente reale. Ho visto le sue mani muoversi veloci e stringersi attorno a quel maglione, quel meraiviglioso maglione, così caldo, così rassicurante, così John.
7. John non chiede spiegazioni. Ecco, con questo singolo fatto, con questo silenzio che sa di comprensione, di fiducia, hai delineato tutto il personaggio. Non hai avuto bisogno di aggiungere altro, è perfetto.
8. Il risvolto del silenzio di John, sono le considerazioni che fa Sherlock. Sempre rapide, sempre razionali, ma con un fondo di malinconia, quasi di paura. Il suo sentirsi apprezzato, il suo non sentirsi un fenomeno da baraccone, il suo essere che affiora senza suscitare ilarità o irritazione. Tutto questo lo scombussola e lo porta a legarsi a John in maniera del tutto involontaria eppure sembra che un filo, come uno di quelli di cui è composto il maglione di John, li unisse. E non è fatto di materiali che Sherlock può analizzare sul suo tavolo di chimica o nel laboratorio della Barts. Va al di là del rispetto, della fiducia, dell'amicizia e anche dell'amore. Sono soulmates, niente in più. E Sherlock sa di averne bisogno, sa di avere bisogno che quel filo non si spezzi mai ed ha paura, una paura matta che questo filo si spezzi o scappi, si allontani.
8. Quando lo stringe a se, con quelle sue dita lunghe e incredibilmenti sottili, ho visto davanti ai miei occhi le mani tremare sul maglione, artigliarsi il più possibile e gridare, urlare silenziosamente quel messaggio, che John capisce e che condivide. << Stai tranquillo. Sono qui. >>
9. Nothing really matters Ti potrei costruire una statua solo per aver citato i Queen, perchè io li amo con tutta l'anima, ma ti adoro anche di più per averli inseriti in contesto così adatto e al tempo stesso così distante da Bohemian Rapsody (anche se la canzone parla proprio di diversità e delle reazioni del mondo... ok, sto divagando, ma i Queen sono i Queen, meritano una divagazione, sempre.)
10. Quel metti in ordine i tuoi pensieri mi ha fatto quasi rabbrividire. Era a metà tra l'intervento di un narratore esterno e un ammonimento della parte razionale di Sherlock. Non saprei spiegarti perchè mi ha colpito così tanto però... però l'ho apprezzato veramente.
E dopo averti tartassato per così tanto tempo, con un recensione così tanto inutile (l'angst mi manda in pappa il cervello) ti lascio, perchè sono diventata un'abbietta molestatrice (passami i vocaboli, leggere Sherlock Holmes fa questo effetto)
Complimenti, adesso se riesco mi catapulto a leggere l'altra *-* |