Se posso permettermi vorrei fare alcune correzioni grammaticali e di minuzie da scrittore fuori di melone, andando in ordine di lettura non per importanza: alla seconda riga, quell'io stessa è una ripetizione, è già sottinteso nel verbo.
Alla terza riga il me stessa è nuovamente una ripetizione secondo me inutile, specificata già con quel mi.
Sempre nella stessa riga, consiglierei di dividere le frasi del breve flusso di pensiero con dei puntini di sospensione invece che con delle virgole(mi disgusto...vogliono tutti che cambi.)
Quinta riga congiuntivo errato; sempre nella stessa il periodo "così...tempo" è veramente molto "rozzo", potrebbe essere sostituito con qualcosa di più aulico e piacevole da leggere.
Sesta riga, la parola vassoio è ripetuta due volte, andrebbe sostituita da un pronome.
Settima riga, non esiste l'accesa del computer, l'accensione.
Ottava riga, il pronome della terza frase è malamente riferito malamente a pagina, da sostituire.
Nona riga, consecutio temporum sbagliata(da aggiustare in tutto il racconto per minuzie di sfumature, ma qui è più evidente), sarebbe più scorrevole sostituire il "credeva" con un participio. (piccola nota: normalmente le vocine si sentono in testa, non dentro la mente).
Undicesima riga, di nuovo un pronome, loro, superfluo. (p.s.: hai usato un passato remoto, come mai fatto prima, aggiusta il racconto su un tempo ben definito.)
Tredicesima riga, dovrebbe essere "carichi".
Da qui in poi, oltre alle solite correzioni di consecutio non vedo altri errori ed aspetto ansiosamente un continuo!
Tanti saluti! Smirne.
(Recensione modificata il 26/12/2010 - 06:02 pm) |
