E poi?
Ehm sì, sono giunta anche qui.
Tutto quel discorso che abbiamo fatto mi ha incuriosita e così mi sono messa in testa di leggere qualcosa di tuo, anche per farmi un'idea del tuo stile, cominciando proprio da questo primo (e suppongo famoso) scritto.
E devo ammettere che mi piace parecchio, ha una comicità intelligente, piena di giochi di parole che fanno ridere ma che, al contempo, ti costringono a tenere acceso il cervello per studiare i collegamenti logici e trovare gli appigli necessari a decifrare l'identità dei personaggi.
Accosti con naturalezza richiami letterari con elementi tratti dalla vita reale e ne ricavi situazioni decisamente esilaranti.
Ha rubato l'auto ad un certo William, credo una Giulietta... no, ti prego.
Renzo, stai Fermo.
E poi l'intero stralcio che parla di Durante, che poi viene chiamato Dante, e tutti i giochi di parole sui versi, su Beatrice, sul lunghissimo componimento diviso in 3 parti (io amo l'Inferno di Dante, non me ne si voglia male).
Mi piace particolarmente come sei stato in grado di giocare con i nomi, richiamando accenni e tratti salienti dei personaggi...la mia vena da razzista culturale ghigna segretamente al pensiero che non tutti, davanti al tuo scritto, sarebbero in grado di apprezzarlo, capirne il significato e coglierne i richiami.
Sono crudele, sì, lo so. Chiedo venia.
Bello anche l'utilizzo funzionale del linguaggio e dei dialetti, particolarmente accurato devo dire.
Ora i casi sono due: o dietro c'è un discreto studio o sei della zona della Toscana, perchè a me non sarebbe mai riuscita la parte in cui Man...cioè...Alessandro parla di Renzo.
Ah, e non credere mi sia sfuggito il riferimento a Sigmund, non ho potuto fare a meno di sorridere.
Ci sarebbero molte altre cose da dire, ma ne risulterebbe un commento eterno ed anche un poco noioso, quindi mi fermo qui e ti faccio i miei sinceri complimenti per questo bel lavoro.
Non sarà proprio come vuoi tu, ma d'altra parte quancuno mi ha ricordato, piuttosto di recente, che raramente si è contenti sino in fondo di ciò che si scrive, si vorrebbe fare sempre meglio.
Ma non la trovo una cosa poi tanto negativa, no?
See ya |
