Una storia davvero strana, detto nel senso migliore del termine, perché in realtà mi sembra essere una specie di silloge, di piccola antologia, di più, leggendola meglio, mi è parso di vedere come se all'interno della stessa vi fosse un'applicazione del principio dell'alea, ovvero da quel che ho capito non è necessario partire dal primo capitolo per capirla, si potrebbe iniziare anche da un altro, magari dall'ultimo o da uno centrale, ed il senso della storia non si perderebbe.
Mi pare che tu abbia saputo ben descrivere i vari caratteri di queste nazioni personificate, che hanno gioie e dolori, soddisfazioni e delusioni, né più né meno degli individui che le compongono; ho trovato estremamente interessante leggere delle varie vicissitudini delle nazioni hetaliane: la miseria senza speranza di Liechtenstein, il dolore di Belgio di essere considerata campo di battaglia per le altrui contese, il rapporto di odio amore Artur/Alfred, la rivalità che sembra così simile all'amicizia tra Gilbert e Roderich, il desiderio di conquista di Spagna, la volontà di potenza di Ludwig, che arriva ad ogni possibile eccesso per assecondarla, l'annichilimento post- bellico di Giappone, le dolorose vicissitudini dei fratelli italici, trattati tutto sommato bene dai loro padroni ma che anelano di ricongiungersi, la difficoltà di avere relazioni con Russia da parte dei suoi vicini (un caleidoscopio di sensazioni diverse, dai baltici che ne farebbero volentieri a meno a Bielorussia che vive per lui), mi sembrano tutte tessere che messe assieme formano un mosaico davvero pregevole.
In sintesi: credo che la storia in oggetto meriti un giudizio positivo, sia per il valore intrinseco che per la forma usata. |
