"E poi vedo l’ombra di me stesso venirmi incontro. Piano, piano, poi corre, corre minacciosa. Mi guardo attorno ma da me, no, da me non c’è scampo."
Mi ha fatto venire in mente No surprise dei Radiohead, questa frase. Quindi col gelo alle mani che scompariva, l'ho cercata tra le miliardi di canzoni sul pc e ora la ascolto, mentre recensisco il tuo ritorno alla grande con loro.
Mi sei mancata, così.
E'.. particolare. E' così vivido: " Mi sformo, capite?" La droga questo fa. Ti sforma. Ti fa credere che tu sia un dio (e probabilmente Matt lo è, in qualche forma simile a un dio.), ti fa pensare di saper la risposta che si trova oltre la cortina gelata della tua mente. Oltre il muro.
Prima del muro però c'è lei. La compagnia che si unisce a me quando scrivo.
La compagnia che quei poeti francesi della 'bohème' erano stati costretti ad accettare con loro, nella loro sporca dimora, quando il mondo li accusava di essere dei rivoluzionari e invece non desideravano altro che fargli capire che c'è la merda, tanta, dietro al lusso e alla perfezione dei costumi. Ok, esco fuori campo. Ma è lei: la solitudine.
E Matt un giorno se ne andrà. Come me, come te. Anche lui piange. Anche lui è debole e fragile.
Dom è tutto, in tutte le forme. E' così che è vivido dentro Matt. Mentre lui non c'è più, non percepisce il suo essere, lo confonde, c'è sempre e comunque lui. Dom. Probabilmente il motivo per il quale si è presentato davanti a uno spacciatore, una notte gelida, a chiedergli un pò di pace.
Mi ricorda una storia che scrissi io, ma cosa è in confronto a questa frase? "La casa è lontana, il calore lo è."
E' probabilmente quello che desiderava trovare Matt, mentre le droghe facevano il loro corso.
Bravissima, tesoro. Le adoro le storie così.
N.
Such a pretty house, such a pretty garden
No alarms and no surprises,
no alarms and no surprises
No alarms and no surprises, please |