Giudizio:
Una storia senza dubbio piacevole. È come se fosse scissa in due parti e, così facendo, come se mostrasse due lati di Andromeda: la madre, la moglie di Ted da una parte e la Black dall’altro, quando la sola presenza di Sirius e le sue parole su Regulus la riportano bruscamente alla realtà, ricordandole chi è e facendo tornare a galla tutto il dolore ed il disprezzo che aveva represso; per queste ragioni, la sua caratterizzazione è davvero buona.
Vero è anche che le argomentazioni da te espresse non sono il massimo dell’originalità, ma va detto che questo dualismo fra i due modi di essere della donna conferisce un tocco d’innovazione abbastanza apprezzabile. E il tutto sarebbe stato migliorato se solo avessi speso più parole sulla visita di Sirius, su quanto gli era accaduto e sul rapporto fra i due, dato che la comparsa dell’uomo, presa così com’è, rimane alquanto fine a se stessa.
Quanto alla parte prettamente formale, l’unico errore (iterato, tra l’altro) che ho riscontrato è l’aver scritto ‘perchè’ al posto di ‘perché’. Niente di grave, insomma.
Sia stile che lessico sono abbastanza piacevoli; semplici, forse anche troppo, ma niente che mini alla scorrevolezza della storia, alla fluidità della narrazione.
Gli elementi sono davvero ben inseriti: la citazione è perfetta rapportata a Dora e a quei Black che sono ‘fuori dai ranghi’ rispetto al resto della famiglia, e lo stesso giardino appare in modo fluido, tanto da non apparire assolutamente forzato come inserimento.
Ergo, una bella storia; ribadisco che mi sarebbe piaciuto un approfondimento maggiore nella parte finale, ma anche così com’è è assolutamente apprezzabile, proprio per come hai saputo analizzare il personaggio di Andromeda. Un buon lavoro!
Di nuovo, i miei complimenti per questa storia, e soprattutto per quest'Andromeda *-* |