RECENSIONE: 20/03/11
Ciao.
Sostanzialmente, come dirò alla fine, la storia mi è piaciuta e sai, essendo questo il tuo primo tentativo, la stesura non è risultata indigesta o, ancora, incoerente o, magari, ingiustificabile: ci sono degli aspetti da limare, quelli ci sono e ci saranno sempre, ma nonostante ciò, l'impegno c'è e tu, come scrittrice, prometti di poter creare delle narrazioni interessanti e si, degne di nota. Premesso ciò, amo recensire in modo obbiettivo, concentriamoci sulla storia: prima la parte meno tecnica e poi, ovviamente, quella propriamente tecnica.
Alcuni passaggi, ad essere sinceri, mi hanno ricordato un classico: questo non è un aspetto negativo, ma nonostante ciò, avrebbero necessitato di una maggior descrizione.
1)La protagonista non amante della moda, mentre la migliore amica adoratrice della moda. Questa opposizione delle due donne, di quelle principali, mi ha rammentato un cliché; in ogni storia che sì rispetti, non che sia negativo, una simile opposizione è presente. Carina la scelta dello smalto, ma mi ha ricordato qualcosa: in un'altra storia, sempre su questo sito, l'amante della moda ha chiesto alla protagonista di aiutarla nella scelta delle scarpe.
2)La lotta tra la protagonista e la rivale: questa scena, ma penso che sia una causalità, mi ha ricordato un passaggio di << Tre metri sopra al cielo >>, libro di Federico Moccia. Decisamente, però, ho apprezzato maggiormente la tua descrizione.
A mio parere, sono sincera, hai errato nella scelta delle descrizioni: non avresti dovuto soffermarti eccessivamente su dettagli relativamente futili, ma avresti dovuto approfondire le emozioni della protagonista e si, indubbiamente, quelle del protagonista maschile. Il povero ragazzo, d'accordo che è solo un uomo, non ha molto spazio nella storia. La tematica di fondo, non quella della festa o del bacio, sarebbe stata interessante e si, senz'altro, sarebbe stata da approfondire: perché la protagonista teme l'abbraccio, perché non riesce ad avvertire calore e perché vuole tale sensazione?
Questo interrogativo non è stato approfondito, ma sarebbe stato interessante.
Troppo spazio ai dettagli futili: in una storia, soprattutto se questa è una one-shot, bisogna operare una selezione; quello che importa, cara scrittrice, sono le sensazioni e non il vestito o, ancora, una pettinatura. Tali dettagli non dispiacciono, ma non donano completezza: avresti potuto ridurli e magari, si, avresti potuto dare maggior spazio alle sensazioni.
Sarebbe stato apprezzabile parlare della città, dei rapporti familiari, del legame con la miglior amica, del suo innamoramento, del legame con la sua sorellina, della sua avversione per i contatti fisici, del suo apprezzamento per il ciondolo e poi, si, delle sue emozioni per il bacio: racchiudere questo in una one-shot non è semplice, ma nonostante ciò, non è impossibile. Ci sono i flash-back, ad esempio. Questi non occupano spazio, spezzono la lettura e non donano noia: questi momenti, poi, aiutano a caratterizzare i personaggi ed a condurre il lettore a comprendere i suddetti.
Mi è piaciuta la citazione, come negarlo: l'intenzione era di renderla il cardine della storia, suppongo, ma necessitava di un maggior approfondimento. La cosa, come la questione del contatto fisico e della ritrosia della protagonista, è stata lasciata un po' al caso.
Tralasciando ciò, dettagli importanti, concentriamoci sul piano tecnico: ci sono degli errorini, seppur minuscoli, di distrazione. Sono di tale natura, poiché sì comprendono: qualche verbo accentato, seppur al presente, e una parola priva di una lettera. Insomma, come dire, sciocchezzuole: una lettura maggiormente approfondita aiuta ad eliminarli, ovviamente.
La punteggiatura è un po' imperfetta: dopo il punto occorre lo spazio, l'inciso ha una sua struttura, dopo i puntini sospensivi occorre lo spazio e le virgole, naturalmente, sono un po' gettate al caso. Niente di grave, per altro non ci sono virgole tra soggetto e verbo, ma qualche distrazione: qualche virgola assente e qualche virgola superflua.
I periodi sono un po' brevi: io amo i periodi contorti e lunghi, non sei tenuta a strutturare simili periodi, ma sarebbe consigliabile articolare il periodo maggiormente; le frasi breve aiutano a donare risalto a un concetto, ma poi stancano.
Lo stile: questo non è eccessivamente elaborato, per altro non è eccessivamente colloquiale, non ci sono espressioni di uso parlato o, tanto meno, termini poverissimi. Ho notato qualche termine aulico, ma ha stonato un po' con il contesto. Esempio: braccia diafane. L'aggettivo è aulico, ricercato e considerando il contesto e il tuo stile, è risultato forzato: questa forzatura non ha incrementato la qualità della lettura, ma è risultata - personalmente - un po' fastidiosa.
I termini aulici sono utili, quando sì adotta uno stile ricercato e non comune: il tuo stile non è comune, ma non rammenta un qualcosa di articolato.
Continuando, non isolare troppo i dialoghi: cerca d'inserirli nella storia, senza staccarli dalle descrizioni. Solitamente, per eleganza e per un donare la sensazione di un qualcosa di sospeso, non sì inizia la frase con simili parole: << infatti, ma, però, comunque e continuando >>.
Non ci sono errori verbali o, tanto meno, cambi di persone e di tempi: questo è positivo.
I numeri bisogna scriverli a lettere, poiché la storia non è un compito di matematica.
Quello che ho apprezzato della stesura, poiché ci sono delle cosine che ho amato, è stato l'iniziale tono ironico tra le due protagoniste e si, almeno apparentemente, l'ambiguità dei loro dialoghi: quando ho letto la storia, non avevo notato gli avvertimenti, e leggendo i suddetti dialoghi, ho pensato che le due protagoniste avessero una relazione. Sarebbe stato un dettaglio originale, se la mia sensazione fosse stata corretta.
La piccola espressione francese, come detto, è stata squisita: ha alimentato la malizia della storia, seppur suppongo che fosse involontaria. Personalmente mi è piaciuto maggiormente l'inizio e non la fine, ad essere sinceri. L'inizio prometteva di donare grandi sorprese, mentre la fine è risultata un po' deludente: niente di grave, ma mi ha lasciato un po' d'amarezza.
Avresti potuto approfondire, ritornando al discorso, la sfida tra le due donne: la buona e la cattiva, evidenziare i cardini della prima e della seconda.
In conclusione, dopo questa cosa lunga, la one-shot non mi è risultata sgradevole e si, indubbiamente, mi è piaciuta: è il tuo primo tentativo, quello vero ed autentico, potevi gestirlo un po' meglio e comunque, nonostante ciò, non è risultato orrido.
Hai dimostrato una discreta padronanza della punteggiatura, hai esibito un lessico accettabile e poi, si, un'immensa fantasia: la tematica era buona, per altro vi era anche quella della paura di crescere o del non significato del traguardo numerico, ma occorreva una maggior introspezione.
Ciao,
Rossy. |
